L’appello di Marco Grimaldi.
“Occorrono soprattutto misure a tutela dei salari, dell’accesso alla casa e di rafforzamento del welfare. Nel 2023 il reddito disponibile reale lordo delle famiglie è calato a fronte di una ingente crescita di quello medio dell’Unione europea. L’andamento dei redditi non solo è deludente, perché i salari reali sono stati erosi dall’inflazione. Basta vedere i nostri contratti collettivi nazionali, a partire da quelli maggiormente rappresentativi firmati dalle più grandi organizzazioni sindacali. Non basta intervenire solo sul cuneo fiscale e guardare la spinta inflazionistica perché le origini di questa crisi sono molto più lontane. L’Italia è l’unico Paese sviluppato dove i salari reali non sono cresciuti negli ultimi trent’anni. La prossima legge di bilancio parte già con un fardello di almeno 23 miliardi, perché oltre i dodici della correzione imposta dal nuovo patto di stabilità vanno di sicuro aggiunti 10 miliardi per il taglio del cuneo fiscale e in più ci sono anche gli scaglioni Irpef. Servono investimenti e spesa fiscale comune. Le politiche ispirate al pareggio di bilancio servono solo a rassicurare i paesi cosiddetti frugali, ma con lo sviluppo non hanno nulla a che fare”.