Assicurazione e prevenzione

Interventi immediati contro alluvioni e crisi climatica

L’argomento al centro del convegno promosso da Cassa ragionieri ed esperti contabili

di Mattia Grieco 

L’impatto di eventi naturali straordinari sul territorio e la necessità di assicurarsi contro gli effetti del climate change è il tema discusso nel corso del convegno ‘Alluvioni e crisi climatica: assicurazione o prevenzione?’ promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Erica Mazzetti (Forza Italia), Nicola Irto (Partito Democratico), Michele Barcaiuolo  (Fratelli d’Italia) e Ilaria Fontana Movimento Cinque Stelle).

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei  professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo: “Gli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti hanno messo in luce, tra le altre cose, la necessità dei sistemi di risarcimento più efficaci. Alcuni Paesi europei hanno adottato sistemi di assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali sia per le imprese che per le abitazioni, occorre chiedersi se questa misura è applicabile anche in Italia. Prevenire è sicuramente meglio che curare, ma c’è da valutare se i fondi attualmente destinati alla difesa del suolo e alla prevenzione delle catastrofi in Italia, al di là di come siano utilizzati, sono sufficienti. Inoltre esistono anche numerosi fondi europei destinati alla gestione del rischio climatico è necessario stabilire in che modo l’Italia ne usufruisce”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Nutro forte scetticismo verso l’operato delle compagnie assicurative italiane, che spesso tendono a sottrarsi agli obblighi risarcitori. I tribunali italiani, infatti, sono colmi di contenziosi legati alle assicurazioni, che rappresentano il secondo tipo di vertenza più frequente dopo quelle tributarie. Gli interventi di sostegno per le vittime di disastri dovrebbero essere a carico dello Stato. Se si continua a consentire costruzioni in aree ad alto rischio, poi soggette a gravi danni per alluvioni o frane, significa che le scelte di governo sono state inadeguate. È necessario avviare una politica di riordino territoriale, per sviluppare nei prossimi dieci anni una pianificazione efficace degli interventi.”

*Italiaoggi

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