Le parole del presidente Anc, che illustra l’azione lanciata con Andoc, Fiddoc e Unico
Cuchel: in assenza di risposte positive sarà astensione
Filippo Rossi
Braccia incrociate dei commercialisti e degli esperti contabili che ribadiscono la richiesta al governo di prorogare i termini per l’adesione al concordato biennale preventivo. Troppe le modifiche attuate al testo normativo, due nel solo mese di ottobre, che di fatto rendono impossibile fornire elementi utili ai loro clienti per una scelta davvero consapevole.
“In assenza di risposte positive dal governo sarà astensione. Pur apprezzando gli sforzi del governo non è pensabile considerare solo le difficoltà oggettive dell’Esecutivo senza tener conto di quelle altrettanto oggettive della nostra categoria. Il fatto che le sigle sindacali chiedano più tempo, così come i consulenti del lavoro, le associazioni imprenditoriali e Assosoftware, rappresenta un evidente prova che non si è pronti a valutare l’adesione, visti i continui cambiamenti normativi in atto. Mi auguro che si riesca a differire il termine totalmente inadeguato del 31 ottobre e che ci sia ancora spazio per il dialogo”.
Lo ha dichiarato il numero uno dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Marco Cuchel, illustrando la scelta dello ‘sciopero’ promosso da Anc, Associazione Nazionale Dottori Commercialisti (Andoc), Federazione Italiana Donne Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Fiddoc) e Unione Italiana Commercialisti (Unico) al termine della conferenza stampa che si è svolta alla Camera dei Deputati.
“Spiegare ai contribuenti la portata di uno strumento modificato almeno 5 volte dalla sua nascita – ha aggiunto Cuchel – richiede tempo. La circolare del 17 settembre e le due modifiche intervenute nel mese di ottobre hanno introdotto modifiche sostanziali tra le quali il ravvedimento speciale e l’inasprimento delle sanzioni. Bisogna comprenderne bene la portata prima di fare la scelta giusta”.
La scelta dell’astensione è di assoluto rilievo, come sottolineato da Domenico Posca, presidente di Unico: “I clienti devono essere da noi adeguatamente istruiti sulla scelta da compiere. E il tempo, onestamente, non c’è. Non per colpa nostra. Se davvero vogliamo parlare di compliance tra fisco e contribuenti, la proroga è indispensabile”.
Per Mario Michelino, presidente di Andoc: “Si vede una chiusura totale del governo sull’ipotesi di una proroga. Questo atteggiamento ci lascia perplessi perché la norma impatta sull’ordinamento tributario e senza l’apporto dei commercialisti, che sono in prima linea, diventa impossibile ottenere i risultati che lo stesso governo si aspetta in termini di adesione alla misura. Questo vale non solo per il Concordato ma anche per le altre norme relative alle misure fiscali”.
Le regole per l’astensione
Per aderire all’astensione collettiva, i professionisti devono seguire regole precise stabilite dal Codice di Autoregolamentazione delle Astensioni Collettive. La comunicazione deve avvenire almeno dieci giorni prima dell’inizio dell’astensione. Questa tempistica è essenziale per garantire che il cliente possa essere consapevole delle tempistiche e prendere eventuali misure alternative per la gestione delle proprie scadenze fiscali.
Alle comunicazioni preventive si aggiungono altre misure di cautela per evitare sanzioni o disservizi. I modelli telematici di trasmissione delle dichiarazioni dovranno indicare come ultima data utile il 31 ottobre 2024. Questo significa che tutte le dichiarazioni e i modelli Irap dovranno essere trasmessi entro il termine ultimo delle ore 24:00 dell’8 novembre 2024, giorno successivo alla fine dell’astensione.
Sono stati predisposti due strumenti utili: un modello di lettera per informare i clienti e il Codice di Autoregolamentazione con linee guida per aderire correttamente alla protesta.
*ItaliaOggi