Spinta alla crescita tra transizione ecologica e digitale
L’argomento al centro del forum organizzato da cassa ragionieri ed esperti contabili
di Filippo Rossi
Rilanciare la competitività delle imprese, tra transizione ecologica e digitale, è una sfida da vincere. Per conseguire un corretto tasso di crescita e restare competitivi occorre accelerare la transizione ecologica e la leadership digitale. È il tema trattato nel corso del convegno “Industria 2030: sfide e opportunità di un settore strategico per la competitività” promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca che ha visto protagonisti dichiarato Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati; Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia e componente della commissione Bilancio; Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e componente della commissione Finanze; Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e componente della commissione Politiche UE.
Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari: “Il tema della competitività delle nostre imprese è di straordinaria importanza, soprattutto in questa fase storica dove l’obiettivo principale deve essere recuperare punti preziosi di pil. Ci sono dei treni che non possiamo consentirci di perdere, come quello della transizione tecnologica ed energetica che può rappresentare la svolta per l’Italia. A patto che tutti vengano messi nelle condizioni ottimali di poterle intercettare. Va fatta un’opera capillare di informazione e formazione, soprattutto nelle pmi, per dare a tutti un’opportunità. In questo i professionisti ricoprono un ruolo strategico e possono rappresentare un punto di equilibrio fondamentale tra aziende e legislatore”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Sono convinto che puntare sul contenuto del capitale umano può essere vantaggioso nell’ambito dei fattori produttivi, troppo spesso trascurato nella determinazione degli elementi che formano l’economia e renderla così più competitiva. Ma bisogna fare attenzione, competitività non è solo riduzione dei costi. Un fattore di competitività fondamentale è la semplicità nelle procedure. In Italia non si fanno investimenti, o se ne fanno pochi, perché è complicato farli non perché il costo del lavoro è alto. Voglio puntualizzare che il costo del lavoro in Italia non è più alto rispetto agli paese europei ma quello che rimane netto nelle tasche del lavoratore italiano è molto meno rispetto al lavoratore tedesco. Il punto focale è il cuneo vale a dire il costo del lavoro e il netto percepito dal lavoratore”.
* ItaliaOggi