Presenza femminile ai vertici aziendali limitata al 17%
L’argomento al centro del forum organizzato da Cassa ragionieri ed esperti contabili
Filippo Rossi
Il tema della parità di genere e del gender gap in Italia è stato affrontato nel corso del convegno ‘ Gender Gap, alle donne solo il 17% dei posti ai vertici aziendali’ promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Elena Murelli (Lega), segretario di presidenza del Senato della Repubblica; Alessandra Maiorino, vicepresidente vicario del M5s a Palazzo Madama; Chiara Tenerini, esponente di Forza Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio e Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico in Commissione Politiche dell’Unione Europea.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Elisabetta Polentini (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Roma): “Nonostante il crescente numero di donne nel mercato del lavoro, la loro presenza nelle posizioni decisionali rimane bassa. In particolare nel settore pubblico sono necessarie misure concrete per accelerare la parità di genere nei ruoli di leadership. Tuttavia, se le quote rosa sono spesso criticate perché favorirebbero la parità a scapito del merito. Le imprese sono indicate come attori chiave nella promozione dell’equità di genere, sarebbero auspicabili azioni mirate da mettere per sostenerle e incentivarle avendo riscontrato che il PNRR che include una misura per concedere contributi alle PMI per ottenere la certificazione di parità di genere ha ricevuto poca attenzione.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili): “Il tema della parità di genere non è assolutamente nuovo. Da anni se ne parla senza che si sia posto ancora rimedio. Le donne fino al 1946 in Italia non avevano nemmeno il diritto di voto. La conquista lenta, difficile, della parità di genere parte da quel punto. E’ vero che il numero di donne che lavorano in posizioni apicali, soprattutto al Sud, è di gran lunga inferiore rispetto agli uomini. Le misure per la parità di genere devono far sì che ci sia almeno un obbligo di accesso al mondo della rappresentatività che altrimenti sarebbe del tutto precluso. Le quote di genere non devono mai andare a scapito del merito e la certificazione per le imprese è uno strumento che per le aziende costituisce anche un elemento per avere piccoli vantaggi, ma il problema è che non lo sa nessuno”.
*ItaliaOggi