Il governo promette semplificazioni e aiuti alle Pmi

LO SCONTRO SULLE TASSE

Il viceministro Leo: «Coi testi unici fisco più chiaro».

Le opposizioni: «La riforma del sistema è un fallimento»

La legge di bilancio e le politiche fiscali del governo Meloni continuano a suscitare un intenso dibattito, evidenziando profonde divisioni tra l’esecutivo, le opposizioni e le categorie professionali.

Maurizio Leo, viceministro al MEF, ha descritto i progressi del governo come una “rivoluzione” nel panorama fiscale. “Abbiamo approvato 14 decreti legislativi, tra cui riforme su Irpef e Ires, con particolare attenzione al mondo delle professioni e alle aggregazioni tra professionisti”, ha dichiarato. L’obiettivo, secondo Leo, è garantire certezza del diritto e semplificazione, attraverso testi unici e un futuro Codice tributario previsto per il 2025. Tuttavia, il Concordato preventivo biennale, presentato come misura di semplificazione e collaborazione tra fisco e contribuenti, resta al centro delle polemiche.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha attaccato duramente la manovra, definendola insufficiente e ingiusta. “Il Concordato è una brutta copia di vecchie soluzioni, una via di mezzo tra condono ed estorsione di Stato”, ha affermato. Conte ha inoltre criticato l’assenza di una tassa sugli extraprofitti delle industrie belliche e delle banche, proponendo invece misure come il cashback sanitario e l’uso della digitalizzazione per combattere l’evasione fiscale. Per il M5S, la legge di bilancio è priva di coraggio e non offre soluzioni concrete per ridurre le tasse sul ceto medio, schiacciato dal carovita.

Critiche simili arrivano dai pentastellati Mario Turco ed Emiliano Fenu. “Rottamazioni ‘perpetue’ adottate dal governo si traducano in continui condoni, mentre la riforma fiscale – ha detto Turco – si è rivelata fallimentare sia nella semplificazione sia nella lotta all’evasione”.

Secondo Fenu è stato inopportuno “a ridosso di Natale, spedire 700.000 pec alle partite Iva per aderire al ‘Concordato’, una misura che penalizza i più piccoli a vantaggio delle grandi aziende”.

Anche Andrea De Bertoldi ammette che il ‘Concordato’ necessita di aggiustamenti, proponendo di ridurre la tassazione per favorire investimenti nell’economia reale.

Carlo Calenda, segretario di Azione, ha espresso solidarietà ai commercialisti, definiti ‘supplenti dello Stato’. “L’eccessiva complessità del sistema fiscale italiano – ha aggiunto – riversa su queste figure responsabilità che non dovrebbero spettare loro, mettendo in evidenza l’urgenza di una riforma strutturale.”

Chiara Tenerini (FI) ha sottolineato l’importanza di supportare le piccole imprese, ancora troppo penalizzate da un fisco percepito come vessatorio. La manovra, ha aggiunto, dedica 18 miliardi al taglio del cuneo fiscale e alla riduzione delle aliquote Irpef, con due terzi delle risorse destinati ai ceti più in difficoltà.

Alberto Luigi Gusmeroli (Lega) ha difeso la nuova proposta di rottamazione quinquies, come strumento per aiutare chi è in difficoltà, consentendo di pagare gli arretrati fiscali in 120 rate mensili senza decadenza immediata in caso di ritardi. Tali misure permetteranno allo Stato di recuperare risorse e ridurre le tasse per tutti.

Bru. Mar.

* Libero

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