Cuchel: preoccupazione per le scadenze previste nel 2025
Le parole del presidente Anc al forum organizzato da Cassa ragionieri ed esperti contabili
“Il 2025 sarà un anno cruciale per commercialisti ed esperti contabili, a partire dalle richieste avanzate al governo in merito alle modifiche del concordato preventivo. Positiva, senza dubbio, è la previsione per il 2025 di una maggiore possibilità di rateizzazione concessa ai debitori nei confronti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Tuttavia, è necessario considerare l’introduzione di una ‘rottamazione quinques’ per consentire a milioni di partite iva di tornare in regola con lo Stato per rilanciare il tessuto economico e imprenditoriale del Paese.
I commercialisti italiani esprimono forte preoccupazione per il calendario fiscale del 2025. Le norme che entreranno a regime, come il termine per l’adesione al concordato preventivo biennale fissato al 31 luglio, insieme alla nuova scadenza del 31 marzo per l’invio delle comunicazioni uniche relative ai lavoratori autonomi, rischiano di creare significativi disagi per i professionisti, aggravando ulteriormente il loro carico di lavoro.”
Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, nel corso del Cnpr forum speciale, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, dedicato all’evento “L’anno che verrà, la manovra finanziaria e la professione”.
“Il 2025 sarà un’incognita a causa delle tensioni internazionali che influenzeranno l’economia italiana. L’auspicio – ha sostenuto Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – è che il governo possa determinare regole chiare per consentire a imprese e professionisti una necessaria e opportuna pianificazione all’insegna di una concreta semplificazione degli adempimenti e del calendario fiscale. Ho molto apprezzato l’intervento del vice ministro Leo che ha rinnovato il dialogo con i commercialisti e la volontà del governo di voler applicare il criterio delle ‘regole certe’ per il pagamento delle imposte da parte delle imprese”.

Sul concordato si è espresso Giovanni Battista Calì, Presidente ODCEC di Roma: “Aumenta la complessità del sistema fiscale e ciò rende più difficoltoso operare sui mercati. Ci sono temi scottanti come le limitate adesioni al ‘concordato’. Bisognerebbe rinviare da subito il termine di adesione del 31 luglio almeno al 30 settembre”.

Perplessità sono state espresse anche da Pasquale Di Falco (presidente Anc Roma): “Non stiamo andando verso una reale semplificazione normativa, necessaria per rendere più agevole e dignitosa la quotidianità professionale. Al contrario, il nuovo calendario fiscale si prospetta più complesso, con l’aggiunta di ulteriori scadenze, come quella relativa al concordato preventivo, che accentuano le difficoltà invece di ridurle”.
Secondo Raffaella Romagnoli (presidente dell’Odcec Latina): “c’è molta attenzione sulle aliquote fiscali e poca su un alleggerimento degli adempimenti da svolgere. Pertanto, non credo che potremmo permetterci momenti di pausa, come avremmo auspicato, in relazione alla necessità di una semplificazione reale e concreta. Non è possibile un azzeramento totale dei ‘carichi burocratici’, ma si potrebbe fare di più, anche in materia di fatturazione elettronica, che avrebbe dovuto semplificare le procedure”

Sono arrivate critiche anche dagli esperti Andrea Bongi e Giuliano Mandolesi. “Per quest’anno è previsto, entro il 31 luglio, l’invio delle dichiarazioni dei redditi per tutti coloro che aderiranno al concordato preventivo. Si stima una platea di circa 3 milioni di contribuenti, di cui solo il 15% ha aderito lo scorso anno. Ciò significa – ha sottolineato Bongi – che almeno 2,5 milioni di partite Iva, se non di più, valuteranno la proposta per il prossimo biennio. Se questa scadenza non verrà rivista, luglio sarà un mese di “fuoco” per professionisti e imprese, con un maxi ingorgo di scadenze e adempimenti”.
Lapidario Mandolesi: “Il sistema fiscale nel 2025 si complicherà ulteriormente. La revisione dell’Irpef porterà nuove difficoltà, così come il riordino delle detrazioni. Si tratta di una serie di disposizioni orientate al gettito, che penalizzeranno i contribuenti”.
*ItaliaOggi