Nuovo Osservatorio 2025 targato Jobiri, studio condotto tra gennaio-dicembre 2024 su un campione di 1.156 giovani in Italia
Hanno studiato, si sono diplomati o laureati, hanno investito anni nel proprio futuro. Eppure, quasi 8 giovani su 10 si sentono soli nella ricerca del lavoro.
Ansia e paura di fallire rendendo le candidature un salto nel vuoto.
L’Osservatorio Jobiri 2025 “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca di lavoro”, condotto su 1.156 giovani tra i 18 e i 29 anni, svela una realtà allarmante:
68% dei giovani vive la ricerca di lavoro con ansia e frustrazione; 89% non sa come valorizzare le proprie esperienze nei CV e nei colloqui; 77% dice di non aver ricevuto un supporto adeguato per affrontare la ricerca lavoro; 72% ha profili LinkedIn poco curati, limitando le opportunità di trovare lavoro.
Quando la paura prende il sopravvento, si smette di cercare.
Curriculum: una barriera invisibile
Il CV è la prima occasione per emergere, ma spesso è scritto male, generico e senza impatto. Quasi 9 giovani su 10 (89%) non sanno valorizzare le proprie esperienze e vengono scartati in pochi secondi. Altri errori comuni: l’84% non usa parole chiave per superare i filtri dei software di selezione; il 58% ha un formato poco leggibile o troppo prolisso; il 6% commette errori grammaticali o di battitura.
LinkedIn: un’opportunità non sfruttata
73% dei profili è incompleto o poco curato, e questo riduce drasticamente la visibilità dei giovani ai recruiter. Altre criticità emerse: il 64% non costruisce attivamente la propria rete professionale; il 57% invia richieste di collegamento senza personalizzazione, risultando poco efficace.
Colloqui: il momento della verità (perso per paura o mancata preparazione)
Arrivare impreparati al colloquio significa giocarsi l’opportunità in pochi minuti. Dati chiave:
- L’80% non raccoglie dati sull’azienda ed il 77% non si esercita su domande chiave
- Il 59% non interagisce attivamente col recruiter.
- Il 44% non presta attenzione all’abbigliamento e alla comunicazione non verbale.
Un sistema che non supporta adeguatamente i giovani
Oltre alle difficoltà personali dei giovani, c’è un problema strutturale nelle Istituzioni: servizi di orientamento inadeguati: il 77% dice di non aver ricevuto supporto concreto; mancanza di personale: tempi di attesa lunghi e assistenza limitata; strumenti obsoleti: il 65% ritiene che i sistemi digitali offerti siano poco utili.
Un cambio di passo è possibile
“I numeri parlano chiaro: i giovani non solo faticano a trovare lavoro, ma si sentono soli e impreparati” – affermano Claudio e Roberto Sponchioni, fondatori di Jobiri. “Non possiamo più ignorare questa realtà. Dobbiamo costruire strumenti migliori, dare risposte concrete e smettere di lasciare i giovani soli. Il momento di agire è ora. Insieme.”
Alcune Istituzioni pubbliche e private hanno già adottato modelli innovativi, con risultati concreti. Ma serve un’estensione su larga scala per sostenere un nuovo modello di orientamento e accompagnamento al lavoro che finalmente garantisce: accesso a risorse h24, per offrire supporto quando serve davvero; intelligenza artificiale, per semplificare la vita degli operatori e dei giovani; supporto personalizzato, per migliorare CV, LinkedIn e preparazione ai colloqui; coinvolgimento/formazione degli orientatori, per rendere i servizi ancora più efficaci.
www.jobiri.com/cosa-blocca-giovani-ricerca-lavoro/