Cnpr Forum: rivedere gli oneri di sistema che pesano fino al 20% sulle bollette
Dopo il decreto del governo per aiutare le famiglie arrivano altre proposte dalla politica
Bruno Marrone
Il caro energia continua a rappresentare una delle sfide principali per famiglie e imprese italiane. Per far fronte all’aumento delle bollette, il governo ha risposto il 28 febbraio con un decreto legge, stanziando tre miliardi di euro di aiuti destinati sia alle famiglie che alle piccole e medie imprese. Tra le misure principali, un contributo di 200 euro per le famiglie con un ISEE fino a 25mila euro, oltre a norme per garantire maggiore trasparenza nella distribuzione degli aiuti e nella lettura delle bollette.
Nel corso del Cnpr Forum, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, “Luce e gas, torna l’allarme bollette: quali misure per famiglie e imprese”, Andrea Mascaretti, deputato di Fratelli d’Italia, ha sottolineato che “sul caro energia il governo ha risposto tempestivamente con il decreto numero 19 del 28 febbraio che prevede tre miliardi di euro di aiuti sia per le famiglie che per le piccole e medie imprese oltre alle aziende energivore.
Un contributo di 200 euro a famiglia per chi ha un ISEE fino a 25mila euro. Il decreto prevede anche una serie di norme sulla trasparenza per garantire che i contributi che vengono destinati alle famiglie e alle imprese arrivino effettivamente e siano leggibili in bolletta. Il tema dell’indipendenza energetica è fondamentale il caro bollette è dovuto al costo del gas e alla dipendenza da pochi fornitori. Fino alla crisi della guerra in Ucraina il grande fornitore dell’Italia era la Russia.
Poi, paghiamo lo scotto di non avere le centrali nucleari che, come accaduto in Francia, hanno consentito un abbattimento dei costi. Infine, dobbiamo considerare anche le politiche energetiche portate avanti dall’Unione Europea dove si è puntato a una sostenibilità ambientale senza considerare anche quella economica”.

Di opinione diversa Antonio Misiani (Pd), vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato, secondo cui “il governo ha emanato un decreto sul caro energia in modo tardivo. E’ un anno che il prezzo della luce e del gas è in costante aumento. Il gas oggi costa il 104% in più rispetto ad un anno fa e l’energia elettrica il 76% in piu.
Noi avevamo segnalato questo problema già durante la discussione della Legge di Bilancio ma il governo non ha fatto nulla. Solo ora è intervenuto con un decreto legge che accoglie alcune proposte del Partito Democratico sul rinvio delle aste per i clienti vulnerabili e sul rafforzamento del ruolo di acquirente unico, ma per il resto rimane un provvedimento assolutamente insufficiente.
La Meloni diceva che tre miliardi di euro erano pochi, ma i soldi sono rimasti quelli e vengono spesi per misure temporanee. Mancano misure strutturali per ridurre permanentemente il costo dell’energia elettrica che in Italia è il più alto d’Europa ed è cresciuto di più rispetto agli altri paesi. Il prezzo del gas è determinato nei mercati europei il che vuol dire che c’è qualcosa che non funziona in Italia nei meccanismi di formazione dei prezzi dell’energia elettrica. La chiave per ridurli è sganciare il prezzo dell’elettrificazione da quello del gas”.

Luca Squeri (Forza Italia), invece, ha difeso l’operato del governo, spiegando come la chiusura da parte dell’Ucraina delle forniture di gas russo abbia contribuito all’innalzamento dei prezzi dell’energia. Ha affermato che il governo ha agito prontamente con il decreto, destinando 1,4 miliardi di euro alle famiglie e 1,6 miliardi alle imprese. Inoltre, Squeri ha espresso un cauto ottimismo, sottolineando che l’ipotesi di pace tra Russia e Ucraina potrebbe portare a un abbassamento dei prezzi, così come la riduzione della domanda di gas nei mesi estivi.

Un approccio diverso è stato proposto da Devis Dori, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha sottolineato la necessità di puntare sulle energie rinnovabili. Dori ha evidenziato il problema della povertà energetica, che coinvolge oltre due milioni di famiglie in Italia, costrette a ridurre i consumi per difficoltà economiche. Inoltre, ha criticato i grandi profitti delle società energetiche a discapito di famiglie e imprese e ha proposto un’estensione dei bonus sociali per gas ed elettricità, ribadendo l’importanza delle comunità energetiche, ritenendo il nucleare una scelta errata.

Nel corso del dibattito, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale, che ha evidenziato come il costo dell’energia in Italia sia aumentato del 107% tra il 2019 e il 2024, un incremento molto più elevato rispetto a quello registrato in altri paesi europei. Chiappuella ha attribuito questa situazione alle diseconomie di sistema e agli oneri aggiuntivi imposti sui consumi energetici italiani.
Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili, ha concluso il dibattito sottolineando le difficoltà nella gestione delle tariffe energetiche. Ha evidenziato la complessità del sistema tariffario italiano e il peso degli oneri di sistema, che possono incidere fino al 20% sulle bollette. Longoni ha infine sollevato il paradosso degli extra profitti delle aziende energetiche, domandandosi come sia possibile che l’aumento del prezzo del gas e delle bollette si accompagni a una crescita dei guadagni delle compagnie.
Il confronto tra le diverse posizioni politiche ed economiche evidenzia come la questione del caro energia sia ancora lontana dall’essere risolta. La necessità di misure strutturali per ridurre i costi a lungo termine resta centrale nel dibattito politico ed economico, con il futuro dell’indipendenza energetica italiana ancora in bilico tra scelte strategiche e necessità immediate.
* Il Tempo