Sfoltire le norme è l’unico modo per rilanciare il Paese

Il sentiero obbligato

Il consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili Longoni: «Tutti i governi fanno annunci, ma non semplificano»

L’Unione europea e la Banca d’Italia hanno più volte sottolineato l’importanza della semplificazione normativa e burocratica come leva fondamentale per la crescita economica del nostro Paese. Un tema che resta al centro del dibattito pubblico e politico, ma che, secondo molti esperti, necessita di un cambio di passo per trasformare le intenzioni in misure efficaci.

Elisabetta Polentini, commercialista e revisore dei conti dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma, ha ribadito l’urgenza di un’azione concreta: “Da troppi anni cittadini e imprese chiedono un’Italia più semplice, con un rapporto tra fisco e contribuenti più agevole, una sburocratizzazione dei processi che freni le difficoltà per l’iniziativa privata e con misure premiali per chi investe su innovazione e digitalizzazione. È tempo di passare dagli enunciati ai fatti”.

Le conclusioni del Cnpr Forum, moderato da Anna Maria Belforte, hanno messo in evidenza come la semplificazione, anziché agevolare cittadini e imprese, spesso si traduca in ulteriori complicazioni burocratiche.

Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili, ha espresso forti perplessità sull’efficacia delle misure adottate dai governi degli ultimi anni: “Tutti i governi da Monti fino ad oggi hanno fatto almeno un decreto Semplificazioni. Qualcuno ne ha prodotti addirittura due. Ma la vera domanda è: semplificazioni per chi? Gran parte di queste norme, infatti, hanno introdotto nuovi adempimenti e attività, utili alla pubblica amministrazione per eseguire meglio i controlli, per digitalizzare e acquisire dati in modo più efficiente. Ma tutto questo non ha avuto alcun impatto positivo sui cittadini”.

Un esempio emblematico riguarda la riforma del modello 770, che, invece di ridurre il carico burocratico, ha comportato un incremento delle dichiarazioni fiscali. “L’ultima semplificazione in materia tributaria ha soppresso il modello 770, ma lo ha sostituito con una dichiarazione mensile delle ritenute, portando il numero di adempimenti da 1 a 12. Così non va affatto bene”, ha aggiunto Longoni.

Oltre alla questione fiscale, il dibattito sulla semplificazione si intreccia con quello sulla transizione ecologica e digitale. Secondo Longoni, è fondamentale che il Paese abbia una programmazione chiara su questi temi, evitando resistenze e ritardi: “Negare la transizione ecologica o quella digitale significa rifiutare fenomeni che nessuno può fermare. Il mondo andrà inevitabilmente in questa direzione e l’Italia deve fare in modo che questi passaggi siano accompagnati da un vero processo di semplificazione. Serve una programmazione efficace per un futuro davvero sostenibile”.

L’appello degli esperti e dei rappresentanti del settore è chiaro: è necessario un cambio di rotta, con riforme che rendano il sistema più efficiente e accessibile, senza creare nuovi ostacoli. La sfida è ancora aperta, ma la semplificazione deve diventare una realtà concreta e non solo uno slogan.

Bru. Mar.

*Libero Quotidiano

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