Economia, cala la fiducia

Tra dazi e crisi internazionali si abbassano le certezze

L’argomento al centro del forum organizzato da Cassa ragionieri ed esperti contabili

di Mattia Grieco

Tra dazi e crisi internazionali la fiducia di cittadini e imprese sulla tenuta del nostro sistema economico è messa a dura prova. È il tema discusso nel corso del Cnpr forum “Segnali dall’economia reale: Italia tra crescita dell’occupazione e calo della fiducia” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Lorenzo Malagola (FdI), segretario della Commissione Lavoro alla Camera, Elisa Pirro, senatrice del M5s in Commissione Bilancio a Palazzo Madama, Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio e Francesco Mari, segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia.

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo: “Secondo gli ultimi dati presentati dall’Istat imprese e consumatori si fidano sempre meno dell’andamento economico del nostro Paese. Molte piccole e medie imprese lamentano un eccesso di burocrazia e un aumento indiscriminato dei costi indiretti. Servono misure urgenti per rendere l’ambiente più favorevole a chi produce e a chi sceglie di investire in Italia. Solo così sarà possibile rilanciare la nostra economia e trasmettere ai consumatori una maggiore fiducia sulle capacità dell’Italia di restare competitiva a livello mondiale”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “La mancanza di sfiducia che si riscontra tra la gente è legato, a prescindere dai fondamentali dell’economia, al fatto che i salari continuano a perdere potere d’acquisto. Questa è un’amara realtà della quale bisogna prendere atto. Abbiamo i salari più bassi d’Europa. Un altro fenomeno riguarda l’incremento percentuale di occupati che è legato comunque al fattore demografico che è in pesante recessione. Infine la tempesta di guerre commerciali che stiamo vivendo i cui effetti non è dato conoscere. Voglio poi sottolineare il nervo scoperto del nostro Paese che aggrava ulteriormente la situazione: le semplificazioni. Dal 2012 chiunque abbia governato ha emanato un decreto semplificazioni ma nulla è mai cambiato. Bisogna rendere la vita semplice a chi deve intraprendere iniziative. La produttività non è figlia dei bassi costi o del lesinare sulle sicurezze, è figlia della facilità nel fare impresa”.

* ItaliaOggi

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