VENEZIA – Stava parlando al cellulare con un’amica e non si era accorta che qualcuno la stava seguendo già da un po’. Quando ha aperto il portone del suo condominio è stata aggredita alle spalle, spinta e bloccata da un uomo molto più grande che ha abusato di lei nell’androne del palazzo. Le grida della ragazzina, di appena 11 anni, hanno attirato l’attenzione di un passante che ha interrotto l’aggressione sessuale.
L’ARRESTO
L’uomo è scappato e nella fretta ha perso il portafoglio con i documenti. Non è stato difficile quindi individuarlo e arrestarlo la sera stessa per i carabinieri di Mestre, città in cui è avvenuto l’ultima, in ordine di tempo, violenza di Massimiliano Mulas, 45 enne originario di Tempo Pausania, con un lungo curriculum di stupri, minacce, aggressioni a danno di giovani donne. In questo caso la vittima è praticamente una bambina, a conferma che gli anni fuori e dentro il carcere e i problemi avuti con la giustizia in passato non hanno fatto desistere l’uomo dalle sue gravi, anzi gravissime intenzioni. La violenza di Mestre è avvenuta in viale San Marco, intorno alle 18 di giovedì scorso, in un quartiere ritenuto tranquillo dai residenti che oggi si interrogano sull’accaduto. La ragazzina è stata l’ultima sua vittima in ordine di tempo ma non è il primo reato a sfondo sessuale compiuto da Mulas che può definirsi uno violentatore seriale.
GLI STUPRI PRECEDENTI E L’ESTORSIONE CON LA TESTA DI CANE
Sempre in Veneto nel 2006 il 45 enne aveva già subito una condanna a otto anni, per aver violentato due studentesse nel Padovano. Le modalità di aggressioni erano identiche a quella di due giorni fa: l’uomo aveva bloccato le ragazze all’ingresso delle loro abitazioni, in un caso anche sotto la minaccia di un coltello, e le aveva aggredite sessualmente. Prima ancora aveva scontato una condanna a quattro anni e mezzo per rapina e violenza sessuale: vittima una turista incontrata a Pieve di Cavalese, in Trentino.
Ma non è finita qui: un’altra violenza precedente gli è stata contestata a Perugia. E nel 1998 ha consegnato a una ragazza la testa di un cane – da lui stesso tagliata- in un fustino di detersivo, accompagnata da una lettera in cui giurava di farle fare la stessa fine, se non le avesse dato 300 mila delle vecchie lire.
IL LEGALE: “IN SARDEGNA ERA SEGUITO DA ASSISTENTI SOCIALI, POI È PARTITO”
Mulas aveva trascorso il periodo covid in Sardegna dalla madre, ma poi aveva ripreso a girare per il nord-est. Come spiega il suo avvocato, Ignazio Ballai del foro di Cagliari, ai quotidiani locali: “Era stato seguito per un periodo dai servizi sociali, poi è partito, è stato a Perugia, a Torino, e poi ora in Veneto. Non sapevo fosse a Venezia”. Lo stesso legale anticipa che nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo, previsto oggi, l’aggressore si avvarrà della facoltà di non rispondere. “Quando vedrò le carte- ha detto l’avvocato- valuterò la strategia difensiva”.
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