Wall Street apre in calo con il braccio di ferro Usa-Cina su dazi

Dopo un’apertura in calo vira in positivo ma le oscillazioni colpiscono il mercato obbligazionario Milano, 11 apr. (askanews) – Come previsto, volatilità alle stelle sui mercati. Dopo un’apertura in calo, gli indici di Wall Street hanno virato in positivo in pochi minuti, mettendo a segno rialzi intorno al mezzo punto percentuale. Le oscillazioni dei mercati hanno colpito il mercato obbligazionario, coi rendimenti dei Treasury decennali che volano sopra la soglia del 4,5%.
Le Borse europee, ad eccezione di Londra, non consolidano i guadagni dopo il forte rimbalzo messo a segno ieri sulla scia della sospensione per 90 giorni dei dazi Usa per oltre 75 Paesi, e chiudono la settimana in territorio negativo. Milano ha perso oggi lo 0,73%, Parigi lo 0,3%, Francoforte lo 0,94%. Londra ha terminato invece in controtendenza (+0,64%) spinta dal dato sul Pil Uk di febbraio cresciuto più delle attese.
In particolare, dopo il forte rimbalzo di ieri e al termine di una seduta fortemente volatile per tutti i listini globali, con Wall Street sull’altalena, Piazza Affari ha chiuso l’ultima seduta di questa settimana – tra le più “pazze” di sempre – in calo dello 0,73% con il Ftse Mib a 34.027 punti. Tra i titoli principali della Borsa di Milano, maglia rosa a Stm (+3,9%), in coda Stellantis (-3,81%) e Generali (-3,5%). Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso in rialzo a 127 punti, con il rendimento del Btp decennale che, sul mercato secondario, è stabile al 3,80%. Sul fronte monetario, l’euro si è rafforzato ulteriormente sul dollaro, ormai in caduta libera, fino a sfondare nel corso della giornata il muro di 1,14, sui massimi da oltre tre anni.
Continuano a pesare sui mercati le incertezze per gli impatti che la guerra commerciale innescata dall’amministrazione Usa potrà avere sull’economia mondiale e il braccio di ferro con la Cina. Oggi Pechino ha risposto all’innalzamento dei dazi decisa da Donald Trump, che li ha portati al 145%, con un aumento ritorsivo al 125%. “Se i dazi Usa attualmente sospesi venissero pienamente applicati, le conseguenze economiche sarebbero ampie e profonde”, ha ammonito l’agenzia di rating S&P.
Una settimana quella per i mercati europei, così come per quelli mondiali, vissuta sulle montagne russe, in balìa delle mosse (e contromosse) del presidente Usa Donald Trump sui dazi, con la “retromarcia” annunciata mercoledì in serata e che ha portato gli indici del Vecchio Continente a registrare ieri maxi-rimbalzi dopo i recenti crolli. Guadagni che non sono proseguiti oggi: lo stop solo temporaneo dei nuovi dazi Usa e l’intensificarsi dell’escalation con la Cina non fa altro che prolungare la fase di incertezza, con lo spettro di una recessione sempre più all’orizzonte. “Gli Stati Uniti sono molto vicini a una recessione o forse già lo sono”, ha avvertito oggi il numero uno BlackRock, Larry Fink.

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