Nave (M5s): “Disaccoppiare costi energetici”
Cuchel (commercialisti): “Semplificare procedure di sovraindebitamento”
Cacciola (Ond): “Garantire accesso al credito Pmi”
Carpentieri (Cscefi): “Indebitamento problema economico e sociale”
“Se vogliamo fronteggiare efficacemente gli effetti devastanti che il caro-energia sta producendo ai danni di famiglie e imprese italiane bisogna procedere con tre linee d’intervento che stiamo proponendo in Senato da diverso tempo. In primo luogo il disaccoppiamento tra il costo delle energie che vengono prodotte da fonti rinnovabili da quelle prodotte con il gas perché sappiamo che uno dei principali motivi del caro energie è determinato proprio dal costo del gas cui la bolletta elettrica è legata; una secondo misura è quella della tassazione degli extraprofitti per aiutare le aziende energivore e le famiglie che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e hanno necessità di un ristoro per chi ha un isee basso; tassare i Sussidi ambientali dannosi (Sad) per le aziende che producono inquinamento. Le ritengo delle proposte di assoluto buon senso che potrebbero finalmente smuovere l’inerzia di un governo che da ormai tre anni è in carica e non ha introdotto alcuna misura per fare fronte al caro-energia e al calo di produttività che attanaglia il nostro Paese da ormai due anni”. Lo ha dichiarato Luigi Nave, senatore del Movimento 5 stelle in Commissione Ambiente a Palazzo Madama, nel corso del Cnpr forum speciale “Il caro energia registra nuovi sovraindebitamenti di famiglie e imprese”.
“I commercialisti svolgono un ruolo cruciale nell’assistere i debitori nel percorso di risanamento finanziario – ha sottolineato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti -, offrendo consulenza specializzata e guidando attraverso le procedure previste dalla normativa vigente. Il coinvolgimento dei commercialisti nelle procedure di sovraindebitamento non solo contribuisce al recupero dell’equilibrio finanziario di famiglie e imprese, ma svolge anche una funzione sociale rilevante. Aiutando i debitori a superare situazioni di crisi, si previene il ricorso a soluzioni illegali o all’usura, promuovendo la legalità e la coesione sociale. Come evidenziato dalla categoria professionale, le procedure di sovraindebitamento rappresentano uno strumento efficace per contrastare fenomeni di usura e marginalizzazione economica. Nonostante l’importanza delle procedure di sovraindebitamento, permangono alcune criticità, tra cui la complessità delle procedure e la necessità di semplificarle per ridurre i tempi di attuazione”.
L’impatto della crisi economica sul tessuto imprenditoriale è stato evidenziato da Francesco Cacciola, presidente dell’Osservatorio sul debito con banche e finanziarie: “Il rischio di un credit crunch è, purtroppo, concreto. Le banche, di fronte all’aumento dei costi e all’incertezza economica, tendono a irrigidire i criteri di concessione del credito, penalizzando soprattutto le piccole e medie imprese. Per questo, è indispensabile un intervento pubblico in grado di garantire l’accesso al credito delle Pmi, sostenga la loro liquidità, favorisca gli investimenti in efficienza energetica e in innovazione. Ma è altrettanto importante che il sistema bancario faccia la sua parte, comprendendo le difficoltà delle imprese, valutando i loro progetti in modo lungimirante, superando una logica di mero profitto a breve termine. Servono strumenti finanziari flessibili, adatti alle esigenze delle Pmi, accessibili in tempi rapidi. E serve, soprattutto, una visione strategica, che metta al centro la sostenibilità e la resilienza del nostro sistema produttivo. Le Pmi sono il motore dell’economia italiana. Se spegniamo questo motore, spegniamo il futuro del nostro Paese. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo agire insieme, ora, per salvare le nostre imprese e per costruire un’economia più forte, più giusta, più sostenibile”.
L’impatto del caro-energia sulle famiglie italiane è stato illustrato da Elvira Carpentieri, presidente del Centro studi sulla crisi economica delle famiglie italiane: “Il legame tra caro energia e indebitamento è intuitivo: se una famiglia deve spendere di più per luce e gas, ha meno risorse per tutto il resto. E, se il reddito non basta, l’unica alternativa è tagliare altre spese o indebitarsi. Questo è particolarmente vero per le famiglie a basso reddito, per le quali le spese energetiche rappresentano una quota rilevante del bilancio familiare. Ma c’è anche un effetto indiretto: l’aumento dei costi energetici si ripercuote sui prezzi di tutti i beni e servizi, alimentando l’inflazione e riducendo il potere d’acquisto delle famiglie. È un circolo vizioso che può portare al sovraindebitamento. Bankitalia, nelle sue relazioni e analisi, non fornisce dati specifici sul legame tra caro energia e indebitamento delle famiglie. Ma evidenzia l’impatto dell’inflazione e dell’aumento dei costi energetici sul potere d’acquisto e sulla loro vulnerabilità finanziaria. L’indebitamento ha conseguenze reali sulla vita delle persone. Non è solo un problema economico, ma anche sociale e psicologico. Le famiglie indebitate vivono in una condizione di stress costante, con ripercussioni sulla salute, sulle relazioni familiari, sul rendimento scolastico dei figli”.
Sulle possibili soluzioni è intervenuto Sandro Martorano, presidente dell’Istituto Nazionale Economico: “È urgente accelerare gli investimenti nelle fonti rinnovabili, favorendo l’autoproduzione energetica attraverso comunità energetiche locali e sistemi di autoconsumo collettivo. Questo consentirebbe di ridurre la dipendenza dal mercato energetico internazionale e di abbattere i costi strutturali a lungo termine. Occorre istituire un sistema di sgravi fiscali selettivi per le imprese energivore e per le famiglie con reddito basso o medio. Inoltre, la rateizzazione agevolata delle bollette deve diventare una misura stabile, non emergenziale. Dobbiamo incentivare l’utilizzo di tecnologie smart per l’efficientamento energetico. Le imprese devono essere supportate nell’adozione di sistemi intelligenti per il monitoraggio e la gestione dei consumi”.
Secondo Amedeo Di Pietro, presidente dell’Osservatorio nazionale sul Diritto, “bisogna prime di tutto estendere il bonus energia per una platea più ampia di beneficiari; prevedere un Fondo di garanzia per le imprese per coprire parte dei costi energetici straordinari; tassi agevolati sui prestiti destinati alla copertura dei costi energetici; Incentivare l’uso degli strumenti di composizione della crisi per famiglie e imprese; promuovere accordi con i fornitori di energia per piani di pagamento flessibili”.
Il ruolo dell’informazione è stato sottolineato da Gennaro Coppola, produttore televisivo: “Affinché la tv possa realmente incidere sulla consapevolezza collettiva riguardo al sovraindebitamento, è necessario adottare strategie mirate che prevedano la presenza di esperti di settore che illustrano le cause e le possibili soluzioni al sovraindebitamento, veicolare messaggi chiari e immediati per riconoscere e prevenire situazioni di indebitamento critico e offrire consigli pratici su una corretta gestione economica e finanziaria e sul risparmio”.