IL PENSIERO DI FULVIO BALDI
La nuova riforma della giustizia non affronta concretamente i problemi esistenti. Si è ormai venuta a creare una contrapposizione rigida, un vero e proprio ‘muro contro muro’ tra magistratura e politica. Il dialogo si sta progressivamente indebolendo e, con esso, si rischia di perdere di vista gli obiettivi fondamentali del sistema giudiziario.
Abbiamo bisogno di una riforma che punti con decisione a una maggiore efficienza, senza rinunciare a più ampie garanzie. Solo dall’incontro tra efficienza e garanzia può scaturire una giustizia di qualità. Purtroppo, ritengo che questa riforma non vada nella direzione giusta. La separazione delle carriere, per come al momento è scritta, in astratto non collide con i principi dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’autonomia e indipendenza della Magistratura.
Il Pubblico Ministero, infatti, non viene sottoposto all’Esecutivo, né viene messa in discussione la terzietà del giudice rispetto alle parti. Tuttavia, il fine che questa riforma sembra perseguire non appare in grado di migliorare concretamente il servizio giustizia. Ciò di cui ha bisogno il cittadino è un pubblico ministero preparato, onesto, equilibrato e professionalmente competente. Su questo piano, la riforma non apporta alcun contributo significativo.
* ItaliaOggi