Gli approfondimenti sulla previdenza di PAOLO LONGONI
Come è noto, le casse di previdenza dei liberi professionisti non si limitano alla sola gestione delle pensioni, ma offrono anche un articolato sistema di welfare che abbraccia molteplici aspetti della vita professionale e personale degli iscritti.
Un’analisi condotta da Mefop – Mercato dei Fondi Pensione, società fondata nel 1999 e controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare la previdenza complementare e la cultura previdenziale – ha censito oltre 500 tipi di prestazioni erogate dalle Casse di Previdenza, differenziate fra prestazioni di welfare tradizionale (assistenza nelle condizioni di disagio personale, familiare o di salute) e welfare c.d. “attivo” (inteso come misure dirette alla promozione del benessere degli iscritti attraverso l’impulso alla crescita professionale, allo sviluppo del capitale umano, alla formazione).
Tutte le casse, nessuna esclusa, si preoccupano di offrire ai propri iscritti un’assistenza sanitaria di base, nella gran parte dei casi estensibile a pagamento al proprio nucleo familiare ovvero estensibile a coperture aggiuntive.
Circa la metà delle casse prevede interventi per chi ha necessità di assistere disabili, con copertura diretta, assegni di sostegno, convenzioni con case di riposo, assistenza domiciliare.
Solo alcune casse, ma il numero è in costante crescita, prevedono una copertura per la non autosufficienza dello stesso professionista, la c.d. long term care.
Ancora, più della metà delle casse offre sussidi in caso di infortunio o di malattia o per far fronte a eventi straordinari e calamità naturali; ma anche per supportare i familiari del professionista in caso di suo decesso.
Seppure in forma minore, le casse supportano poi i professionisti anche nella gestione familiare, con borse di studio o facilitazioni per l’accesso agli asili nido.
In materia di welfare attivo, Mefop rileva che circa il 40% in termini di risorse impiegate per le prestazioni di assistenza è dedicata al sostegno della professione: ciò nel presupposto che una categoria professionale rafforzata ed in grado di produrre valore contribuisca meglio e di più alla stabilità del settore e delle entrate contributive della cassa.
Al centro di questi interventi troviamo il supporto finanziario, con mutui convenzionati, finanziamenti a tasso agevolato, convenzioni con istituti bancari; ma anche supporto alla digitalizzazione ed all’innovazione tecnologica con convenzioni e contributi per l’acquisto di hardware, software, servizi digitali; sono presenti in alcune casse misure dirette a contribuire ai canoni di locazione degli studi professionali, contributi sugli investimenti: a dimostrazione di come le casse stiano attivamente supportando la trasformazione digitale delle professioni.
In molti casi la copertura della singola prestazione è mista (parzialmente a carico del professionista) o si realizza attraverso una convenzione che consente di accedere a servizi in maniera agevolata senza oneri per la cassa.
Questo sistema ibrido permette di massimizzare l’offerta di servizi garantendo le prestazioni considerate essenziali ed ampliando il ventaglio di opportunità con le convenzioni.
È attraverso il sistema di welfare a favore degli iscritti che le casse riescono a vincere la competizione con i fondi pensione volontari: chi è iscritto e contribuisce alla propria cassa, non solo adempie ad un dovere di legge (nel nostro Paese la copertura previdenziale è obbligatoria) ma beneficia di misure di copertura che nessun fondo volontario può offrire.
Le casse, dunque, riescono con il welfare ad enfatizzare la funzione sussidiaria di assistenza ponendola al fianco di quella tradizionale della previdenza; il futuro delle casse previdenziali dei professionisti è quello di governare platee attive instabili e con redditi tutt’altro che regolari: è per questo che i modelli di welfare devono prevedere un’assistenza sempre più ampia abbinata ad una strategia di politiche attive che sviluppi l’autonomia delle persone e sia in grado di intervenire nei momenti di transizione lavorativa.
