Gli approfondimenti sulla previdenza di PAOLO LONGONI
Tutte le professioni libere svolgono una funzione sociale precisa ed esplicita: erogando servizi qualificati che integrano quelli forniti dallo Stato, tutelando i diritti dei cittadini, contribuendo allo sviluppo economico e culturale del Paese, sono un pilastro del benessere sociale, ed apportano valore attraverso le competenze specialistiche di cui sono dotate, nel campo della salute, dei servizi al pubblico, della corretta interpretazione delle norme e la corretta applicazione di esse.
I professionisti, dunque, contribuendo alla protezione dei diritti dei cittadini e colmando in alcuni settori le lacune dei servizi resi dallo Stato e dagli enti pubblici, agiscono anche come garanti degli standard nei livelli essenziali delle prestazioni e come garanti di etica pubblica.
Fra i professionisti, deve essere senz’altro sottolineata la funzione sociale dei commercialisti: affiancando e sostenendo le imprese ed i privati nel loro percorso lavorativo, imprenditoriale o professionale, sono garanti della legalità e della trasparenza delle attività economiche.
Né va trascurato che la consulenza prestata in sede strategica e di sviluppo promuove la buona economia e contribuisce alla crescita.
Volendo esaminare per punti principali la funzione svolta, si può senz’altro dire che:
- In materia di legalità ed etica il commercialista contribuisce alla sicurezza ed alla trasparenza del mercato, assicurando che le imprese rispettino le normative ed operino in maniera eticamente corretta;
- In materia di sviluppo, i commercialisti forniscono consulenza per la nascita, la gestione, la crescita delle imprese;
- In materia di gettito tributario, i commercialisti occupandosi della correttezza del comportamento fiscale delle imprese e dei privati, contribuiscono alla gestione efficiente delle entrate tributarie ed alla gestione efficiente del carico fiscale dei propri clienti;
- In materia di gestione della crisi, i commercialisti sono di supporto alle situazioni di difficoltà economica, guidando le imprese ed i privati verso i processi di ristrutturazione o di liquidazione;
- In materia di gestione degli enti pubblici il commercialista è chiamato alla vigilanza sul rispetto delle norme generali e degli obiettivi di finanza pubblica.
Ma in parole più semplici la professione di commercialista, ricca di competenze interdisciplinari, svolge un ruolo fondamentale nella “traduzione” per i singoli e per la collettività di linguaggi giuridici complessi, favorendone la corretta applicazione.
Negli anni la professione è andata arricchendosi di ruoli e di attribuzioni, ampliando sempre più l’orizzonte delle competenze specifiche: tant’è che si affermano nei fatti e sempre di più le specializzazioni, intese come approfondimento che molti fanno di uno solo o più rami fra i molti, moltissimi che sono tipici del commercialista.
Ma il ruolo e la funzione non godono di pieno e completo riconoscimento: anzi, il quadro che emerge della professione è tutt’altro che lusinghiero e non è rassicurante; in calo le vocazioni di nuovi professionisti, con l’età media del Paese invecchia anche l’età media dei commercialisti, con tutti i riflessi non positivi per la previdenza.
Occorre un delicato ma urgente processo di revisione della professione: da non intendersi più soltanto come quella tradizionale del contabile esperto in materia di tasse ma da intendersi invece come utile in affiancamento alla strategia delle imprese, al rispetto degli obblighi di assetto organizzativo, alla corretta gestione finanziaria.
Ma la delicatezza del processo è grande: non si possono lasciare indietro i commercialisti (e sono la stragrande maggioranza) che svolgono attività “di base”; vanno anzi tutelate e protette le attribuzioni anche di questi ultimi, sviluppando e promuovendo idonee esclusive e riserve di legge.
Il commercialista è stato ed è ancora oggi pilastro e struttura portante della modernizzazione, della informatizzazione, dell’innovazione: e gli interventi delle istituzioni che governano la professione, delle organizzazioni che si occupano della tutela, delle libere associazioni devono essere rivolte alla protezione delle attribuzioni, alla corretta comunicazione pubblica, alla difesa degli interessi economici; solo queste leve possono essere il motore per un nuovo sviluppo di una professione che, al servizio della collettività, oggi declina ed invecchia.
