IL PENSIERO DI LUCIANO D’ALFONSO
L’obiettivo europeo è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, azzerando le emissioni di gas serra, in linea con l’Accordo di Parigi del 2015, che mira a contenere l’aumento della temperatura globale entro due gradi.
Sebbene in ritardo, l’Europa ha già conseguito una riduzione del 37% delle emissioni di CO₂ rispetto al 1990, principali responsabili del riscaldamento globale. Se questo trend sarà mantenuto, sarà possibile arrestare l’innalzamento della temperatura.
Nonostante il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, l’Europa – quarto emettitore mondiale dopo le nazioni cinese, americana e indiana – può assumere un ruolo guida nella transizione ecologica e influenzare gli altri grandi attori globali. La Cina, ad esempio, punta alla neutralità climatica entro il 2060.
Per sostenere questo percorso, l’UE ha adottato diverse misure. Tra queste, spicca il Fondo sociale per il clima, che dal 2026 metterà a disposizione 86,7 miliardi di euro per sostenere famiglie vulnerabili e microimprese. Sono risorse che non possiamo sprecare, anche con una revisione più efficace dei bonus.
* ItaliaOggi
