Ci risiamo, ancora una volta nel nostro Paese è totalmente ignorato lo Statuto del Contribuente e, purtroppo, questa prassi ricorre con il peggiore degli strumenti possibili: la legge di stabilità 2018 (L. 205/2017).
Approvare una legge formata – per ciò che riguarda la Parte I (Misure quantitative per la realizzazione degli obiettivi programmatici) – da un solo articolo con 1181 commi contenente variazioni normative su molteplici argomenti, a scapito di unâuniformitĂ legislativa, non è propriamente rispettoso dei principi di chiarezza e di trasparenza disposti dallo Statuto del Contribuente in materia tributaria. CosĂŹ come la retroattivitĂ di alcune delle disposizioni contenute nella nuova legge di stabilitĂ costituisce unâulteriore e palese violazione dei piĂš basilari diritti del Contribuente.
In ragione di questo, come giĂ sostenuto in altre numerose occasioni, si ribadisce lâopportunitĂ che lo Statuto del Contribuente venga elevato a legge di rango Costituzionale.
Sul piano dei contenuti la nuova legge di stabilitĂ contempla diverse criticitĂ . La piĂš evidente è rappresentata dallâobbligo della fatturazione elettronica a partire dal 1° gennaio 2019, misura che, in considerazione dei costi che graveranno principalmente sulle imprese piĂš piccole e meno strutturate, andrebbe introdotta con gradualitĂ Â e coniugata con la previsione di istituti premiali per i soggetti che decidono di adottarla sin da subito. Â
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Altra indubbia criticità è lâassenza di alcune misure, piĂš volte richieste, che sarebbe stato importante introdurre per incoraggiare gli operatori economici. Sorprende siano ignorati, in particolare, tre temi profondamente dibattuti e anche oggetto di emendamenti, ma poi âdimenticatiâ nella fase finale del provvedimento:
- Introduzione di nuove regole sulle detrazioni Iva;
- Introduzione di disposizione sulla gestione delle perdite relativamente alle contabilitĂ semplificate con nuovi criteri di cassa;
- Assegnazione dei beni ai soci ed estromissione dei beni immobili da parte dellâimprenditore individuale.
Ritenendole misure di notevole importanza, auspichiamo ci sia la volontà , da parte di tutte le forze politiche che si candidano al governo del Paese, di introdurle con successivi provvedimenti.
Per le Associazioni di categoria, che da sempre insistono sullâesigenza di una riformulazione del calendario fiscale, le nuove scadenze fissate dalla legge di stabilitĂ per alcuni adempimenti (modello 730 al 23 luglio â modello 770 al 31 ottobre â spesometro al 30 settembre) sono positive soltanto se considerate come un primo importante passo verso un percorso sistemico di riforma.
Le Associazioni, infatti, ribadiscono lâurgenza di una riforma generale e complessiva delle politiche fiscali con particolare attenzione al calendario delle scadenze, tale da non causare sovrapposizioni che creino insostenibili danni ai contribuenti, professionisti e alla stessa Amministrazione.
Una riforma, quanto mai necessaria, non potrĂ definirsi tale se non interverrĂ in maniera incisiva sugli adempimenti ridondanti e su quelli semplificabili come, ad esempio, il caso dello spesometro, per il quale le Associazioni hanno chiesto piĂš volte di reintrodurre la periodicitĂ annuale.