La riforma fiscale in tre mosse

La riforma fiscale in tre mosse: rimodulazione aliquote Iva, sfoltimento di detrazioni e deduzioni e tre scaglioni Irpef. Sono queste le direttrici su cui il governo si sta muovendo e che prenderà forma entro ottobre, «un lavoro impegnativo per essere liberi dai vincoli delle clausole di salvaguardia» annuncia Pierpaolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’economia intervenuto ieri all’apertura della tre giorni del Terzo forum dei commercialisti e degli esperti contabili di ItaliaOggi sulle novità della legge di bilancio.

Per Baretta la riforma fiscale è uno dei due pilastri dell’azione fiscale del governo. Il secondo, non meno importante, è quello della lotta all’evasione, «la lotta all’evasione non è una dichiarazione di intenti» ha evidenziato Baretta e sulla riforma fiscale ha aggiunto «siamo obbligati a una riforma, con le clausole di salvaguardia abbiamo impegnati 23 miliardi su una sola voce quella dell’Iva e per il 2021 e il 2022 l’impegno è molto di più, un tema da affrontare per avere risorse libere».

Sul punto delle clausole di salvaguardia il professore Giulio Tremonti ricorda che l’origine è da attribuire al novembre 2011 quando al governo c’era Mario Monti: «una richiesta tipicamente europea che non commento su quanto sia corretto che una banca centrale chieda a uno stato sovrano queste misure. Detto questo è da lì che le clausole di salvaguardia sono nate mirate sull’Iva imposta comunitaria e per otto anni si ripete la storia nella legge di bilancio con la stessa tecnica».

 

La digitalizzazione è vista come uno strumento indispensabile per attuare il programma di lotta all’evasione. Per Aldo Polito direttore vicario dell’Agenzia delle entrate è «epocale la disposizione sui corrispettivi telematici che ha abolito lo scontrino fiscale rafforzando la legalità fiscale» mentre con «la lotteria degli scontrini si restituiscono risorse alla collettività» ha evidenziato il direttore vicario che non ha mancato di lanciare un vero e proprio appello acché si risolva la paralisi in cui versa l’Agenzia e la politica provveda a nominare al più presto i vertici della amministrazione: «il vertice è fondamentale e importante e sono convinto che in tempi più che ragionevoli sarà assicurata all’agenzia la governance piena attraverso la nomina di un direttore e di un comitato di gestione. E questo anche per dare una risposta pronta e immediata alle iniziative che in questi giorni stanno caratterizzando le organizzazioni sindacali. I lavoratori del fisco hanno fatto tanto per questo paese in termini di qualità e di quantità di lavoro e questo è ovviamente una risposta che sicuramente sarà data perché si torni all’ordinaria attività di lavoro».

Preferisce non esprimere giudizi sulla riforma del penale tributario appena approvata Francesco Greco procuratore capo del tribunale di Milano, perché «è una normativa complessa, merita una particolare valutazione la confisca allargata. Sono scettico sulla norma che porrà problemi attuativi. Mi chiedo se avremo mai il tempo di indagare l’eventuale sproporzione del bene», Greco spiega poi «il segreto» del modello Milano un metodo di lavoro in sinergia tra procura, Agenzia delle entrate, e Guardia di finanza che ha consentito recuperi a tassazione di cifre significative. «C’è un assunzione di responsabilità per far si che i problemi vengano risolti», ha sintetizzato Greco che ha aggiunto «il dialogo tra procura, Guardia di finanza e Agenzia ha prodotto una cultura. E’ difficile trovare a Milano un professionista che offra modelli di frode fiscale. In tanti casi aperti dalla Guardia di finanza si è pronti a discutere per un processo di adesione, si discute sulla qualificazione giuridica di alcune condotte. Il dialogo è sempre più proficuo tra stato e società».

Critico sulla legge di bilancio Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione finanze della camera: «la legge di bilancio contiene tasse occulte. La stretta sulle compensazioni bloccherà 4 mld di crediti anche dei professionisti che subiscono ritenute sul valore d’affari. E il gettito di 1,5 miliardi sull’efattura è stato fatto grazie a una sola operazione dal valore di 1,1 mld, in capo a un solo contribuente portata a termine proprio dal procuratore di Milano, Francesco Greco», il riferimento è all’operazione di accertamento con adesione chiusa nei confronti della casa di moda Kering che ha tra i suoi marchi Gucci.

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