Scontrino elettronico, i commercialisti bocciano lo spot

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Confuso, con errori e quindi fuorviante: è il giudizio che l’Associazione nazionale commercialisti dà sullo spot pubblicitario dell’Agenzia dell’entrate in cui si annuncia l’introduzione dello scontrino elettronico. Sotto accusa – in particolare – l’affermazione secondo la quale lo scontrino elettronico “renderebbe la gestione della contabilità completamente automatica”.

E Marco Cuchel, presidente dell’Anc, parla al riguardo di una vera e propria fake news. “Noi abbiamo cercato di evidenziare quello che a nostro avviso è errore veramente grave di difetto di comunicazione: quello che con lo scontrino telematico la contabilità è già fatta – dice il presidente dell’Associazione commercialisti – Credo che dare informazioni di questo tipo all’utenza sia del tutto sbagliato: non può essere così, non è vero. Anzi, è un adempimento in più perché ci sono stati costi aggiuntivi per installare questi nuovi registratori di cassa e mettere i collegamenti internet per la trasmissione serale dei corrispettivi e l’adempimento rimane lo stesso. In più il contribuente deve registrare le fatture di acquisto quindi deve tenere una contabilità tutti gli effetti quindi danno una comunicazione che con lo scontrino telematico la contabilità non finiamo più onestamente ci lascia molto perplessi e non capiamo qual è la finalità di questo tipo di spot”.

Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale dei ragionieri sottolinea che l’errore nello spot sia solo l’ennesimo esempio delle necessità di un maggiore ascolto dei professionisti da parte dei diversi organismi pubblici e della politica in generale. “In questo forum abbiamo avuto la possibilità di vedere ancora una volta quanto il professionisti siano stati utili lo siano tuttora per la digitalizzazione di questo Paese. Ogni azienda che ha dovuto adempiere a un nuovo obbligo da parte dell’Agenzia delle Entrate si è rivolta al professionista che si è attrezzato e ha portato avanti il lavoro. Se oggi tutti i dati, di tutte le aziende, sono a disposizione della Pubblica amministrazione questo risultato, questo successo, ha un solo nome: la categoria dei commercialisti – argomenta Pagliuca – Ovvio che dopo tutto questo lavoro i commercialisti si aspettano un minimo di riconoscimento, che non vuol dire blasoni o quant’altro. Vuol dire semplicemente la possibilità di essere ascoltati prima di fare una norma. I commercialisti sono pronti a mettere a disposizione le loro esperienza: meglio saper prima l’opinione di chi poi la norma la deve applicare, che a posteriori”.

La critica allo spot dell’Agenzia dell’Entrate è emersa nel corso dei lavori del Terzo Forum nazionale dei commercialisti che si è svolto a Milano: tre giorni di confronto e formazione. Ai lavori del forum hanno partecipato tra gli altri l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti e il procuratore di Milano Francesco Greco

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