Fondi pensione, cosa rivelano le performance a 5 e 10 anni

Negli ultimi 5 anni i mercati finanziari hanno mostrato un andamento tendenzialmente rialzista, sia in ambito azionario che in quello obbligazionario. Infatti l’indice MSCI world delle Borse mondiali convertito in euro ha registrato un guadagno del +56,63% pari al 9,39% annuo composto, l’indice JPM Morgan global government bond index il +13,27% (+2,52% annuo composto) e il JPMorgan government euro bond index il +22,8% (4,19% annuo composto).

Nello stesso arco di tempo, dal 28/2/2013 al 28/2/2018, la performance media dei fondi pensione aperti si è attestata al +22,0%, pari al 4,07% annuo composto. Un risultato che rispecchia una prevalenza delle linee meno esposte al capitale di rischio a favore di quelle più inclini alla prudenza. Se si analizzano le 43 linee a indirizzo azionario, si scopre infatti che la loro performance media quinquennale è stata pari al +41,6%, vale a dire del 7,2% annuo composto, mentre quella relativa alle 84 linee bilanciate è stata del +25,8% (4,7% annuo composto). Le 48 linee obbligazionarie pure, infine, evidenziano una performance media del 12,6%, pari al 2,4% annuo composto.

Se si ripetono gli stessi calcoli sulla distanza degli ultimi 10 anni (28/2/2008 – 28/2/ 2018) si può notare che, innanzitutto, il rendimento medio delle Borse (indice MSCI wold in euro) è stato del 6,09% annuo composto, quello del JPMorgan global government bond index del 4,68% e quello del JPMorgan government euro bond index del 4,57%. In questo contesto, la performance media dei fondi pensione aperti si è posizionata a +3,08% su base annua, con le linee azionarie che evidenziano un +4,08% annuo composto, le bilanciate un +3,53% e le linee obbligazionarie un +2,52%.

Confrontando i risultati a 10 e 5 anni si nota che le linee azionarie e quelle bilanciate hanno beneficiato di un mercato azionario molto più dinamico negli ultimi 5 rispetto agli ultimi 10 (per effetto delle vistose correzioni avvenute nel 2008-2009 e nel 2011), mente le linee obbligazionarie hanno espresso un rendimento quinquennale in linea con quello decennale. Ma attenzione. Se è vero che i prossimi 5 e, forse, 10 anni difficilmente potranno veder ripetere le performance del mercato azionario degli ultimi anni (viste le attuali quotazioni sui massimi storici delle principali Borse mondiali) è forse ancora più chiaro che è il mercato obbligazionario a essere più vulnerabile in caso di scenario avverso. Infatti i tassi di interesse –  dai minimi in cui sono precipitati dopo il Qe delle banche centrali – hanno enormi margini di rialzo mentre le quotazioni delle obbligazioni (che si muovono in direzione opposta ai rendimenti) rischiano rovinose cadute.

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