Casse fuori dalle misure

Indennità di 500 euro mensili (non tassati) per i lavoratori autonomi danneggiati dal Coronavirus senza «discriminazioni» tra i professionisti iscritti all’Inps e quelli associati agli Istituti previdenziali privati: è la richiesta avanzata al governo dal presidente dell’Adepp Alberto Oliveti, nelle ore successive all’emanazione del decreto 9/2020, che all’articolo 19 introduce l’intervento di sostegno al reddito, escludendo «inspiegabilmente» chi esercita la libera attività, versando i contributi alle Casse disciplinate dai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996. Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri dell’Economia, del Lavoro e della Salute, oltre a reclamare l’estensione del beneficio all’intero bacino del lavoro autonomo (come fatto in precedenza, al tavolo di palazzo Chigi, dal numero uno di Confprofessioni Gaetano Stella) si critica la scelta di metter nero su bianco nel provvedimento la concessione dell’indennizzo a chi è iscritto alle gestioni dell’Istituto pubblico, perché le somme a copertura dell’intervento «provengono dal Fondo sociale per l’occupazione e la formazione, finanziato con risorse pubbliche e, dunque, derivanti anche dalle tasse pagate dai professionisti e dalle loro Casse». Come presidente dell’Enpam (medici e dentisti), Oliveti ha formulato altre proposte all’esecutivo: mantenere la retribuzione anche ai «camici bianchi» convenzionati in quarantena, al pari dei dipendenti pubblici, e far sì che il contatto tra i professionisti sani- tari e il Covid-19 venga considerato come avvenuto in «zona rossa». La Cassa, comunque, assicurerà una tutela a «tutti i medici in prima linea», grazie all’impegno preso da Catalfo di lasciare agli Enti «la facoltà di agire nell’emergenza, derogando all’obbligo di approvazione preventiva».