Rottamazione debiti contributivi aperta a pochi professionisti

Non sarà per tutti la rottamazione delle cartelle esattoriali. A un giorno di distanza dalla scadenza del termine del 31 gennaio, data in cui le Casse professionali devono decidere se aderire o no alla sanatoria dei crediti contributivi decisa dalla manovra 2023, molti enti non sfrutteranno la possibilità di sanare le morosità stralciando sanzioni e interessi. Da tempo infatti le Casse hanno avviato intense campagne di recupero delle morosità, concordando con gli iscritti la possibilità di dilazionare in molte rate i debiti e abbassando, spesso, le somme dovute per sanzioni e interessi. Nessuno sconto, ad esempio per i commercialisti e per i geometri, che hanno scelto di non aderire alle sanatorie. Mentre si apre questa possibilità per avvocati, ragionieri e biologi. Anche se non sul saldo e stralcio delle mini cartelle. È invece «ancora in via di definizione», fanno sapere da Inarcassa, che raduna architetti e ingegneri, «l’eventuale adesione» dell’ente previdenziale, che in passato non ha mai fatto condoni e ha 433 milioni di crediti contributivi affidati alle Entrate. Mentre la rottamazione è impossibile in partenza per consulenti del lavoro, medici, psicologi e periti industriali, perché le rispettive Casse hanno scelto di non affidarsi ad Ader (Agenzia delle entrate – Riscossione) e recuperano in proprio le morosità.

La doppia chance.
La legge di Bilancio (197/2022) ha deciso due interventi applicabili anche ai contributi previdenziali pregressi; lo stralcio automatico di interessi e sanzioni su debiti fino a mille euro per le somme affidate ad Ader dal 2000 al 2015; la rottamazione (definizione agevolata) delle somme (anche sotto i mille euro) affidate ad Ader per estinguere i debiti contributivi, iscritti a ruolo dal i gennaio 2000 al 30 giugno 2022. In altre parole, resta dovuta la quota capitale (i contributi pensionistici, in questo caso) ma vengono cancellati interessi, mora e sanzioni. Alle Casse professionali, in virtù della loro autonomia finanziaria e contabile, è stata lasciata libera l’adesione a entrambe le sanatorie, con una scelta da compiere (e pubblicare sul sito) entro il 31 gennaio.

Le adesioni.
Potranno aderire solo alla definizione agevolata gli avvocati che hanno ricevuto cartelle dal 2000 al 2021. Non sono pochi: circa 81mila con crediti incagliati per circa 700 milioni di euro e 159 milioni tra sanzioni e interessi. A motivare la scelta – come si legge nella delibera di Cassa Forense – oltre al gran numero di iscritti coinvolti, anche la prospetti va di una «pace sociale», visto che la Cassa ha «ben 2.000 cause pendenti aventi a oggetto contributi e/o sanzioni».«Abbiamo deciso di non aderire anche al saldo e stralcio – precisa il presidente di Cassa Forense, Valter Militi – perché lo «stralcio interviene su sanzioni e interessi ma nulla dice sulla sorte del capitale, ovvero sui contributi dell’iscritto che potrebbe anche non attivarsi per saldare». Stessa scelta per l’ente dei biologi, Enpab. che nell’ampio arco di tempo “sanabile” vanta crediti sui contributi per 8,2 milioni più 1,8 milioni tra sanzioni e interessi (questi stralciabili). Enpab ha valutato il saldo e stralcio del tutto iniquo temendo «comportamenti opportunistici» di iscritti che una volta ottenuto lo stralcio avrebbero potuto non saldare il debito. «Ogni sanatoria è potenzialmente iniqua verso chi, anche con sacrificio, paga regolarmente o ha accettato regolarizzazioni comunque con maggiorazioni – commenta h presidente, Tiziana Stallone – ma il capitale contributivo, ovvero il salvadanaio dell’iscritto va comunque preservato». Inoltre a questi morosi resta comunque preclusa l’assistenza del welfare. Ha deciso di aderire alla definizione agevolata (e non al saldo e stralcio) anche la Cassa di previdenza dei ragionieri. presieduta da Luigi Pagliuca; sono però rottamabili solo i crediti del 2014 che l’ente ha affidato ad Ader, poco meno di 13 milioni. Del resto, la Cassa ha già portato avanti negli ultimi anni un progetto di ausilio al recupero della regolarità contributiva: prima con le rateazioni della “riscossione gentile”, che nel 2021 ha fatto incassare maggiori contributi per oltre 40 milioni di euro, e poi con una sanatoria “interna”, che in tre mesi ha fatto recuperare oltre 20 milioni.

Chi ha detto «no».
Ha invece scelto di non aderire alla sanatoria la Cassa dottori commercialisti per la «necessità – si legge in una nota dell’ente – di rispettare il princìpio di equità e parità di trattamento tra gli associati». Stessa scelta per Cassa geometri, che pure ha crediti per circa 690 milioni di euro; ma Ìa rottamazione, spiegano dalla Cassa, oltre a provocare un danno patrimoniale all’ente e a creare una disparità di trattamento tra gli iscritti, avrebbe anche un effetto negativo sulle posizioni assicurative e sulle pensioni.

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