Ai professionisti iscritti alle casse di previdenza privatizzate l’indennitĂ di 600 euro sarĂ erogata anche con riferimento ai mesi di aprile e maggio, dopo la prima tranche riguardante marzo. A tale scopo il Fondo per il reddito di ultima istanza è staro rifinanziato con 650 milioni di euro. Un importo che dovrebbe consentire di coprire tutte le richieste, anche a fronte di un ampliamento della platea dei beneficiari di marzo. In base agli ultimi dati elaborati dall’Adepp (l’associazione degli enti previdenziali) la prima tornata ha visto accolte 471.932 richieste e altre mille sono ancora in lavorazione. Il controvalore supera di poco i 283 milioni di euro, di cui 280 giĂ finanziati anche per effetto del decreto interministeriale io del 4 maggio con cui sono stati aggiunti 80 milioni ai 200 previsti inizialmente. Il decreto rilancio abroga l’articolo 34 del Dl 23/2020 in base al quale l’indennitĂ poteva essere corrisposta solo ai non pensionati e agli iscritti in via esclusiva a una Cassa. Contestualmente, però, viene mantenuta l’incompatibilitĂ con la pensione (eccetto i trattamenti di invaliditĂ ) e viene introdotta quella relativa ai contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Di conseguenza dovrebbero avere via libera ad esempio i professionisti che svolgono attivitĂ di insegnamento saltuaria, mentre restano esclusi percettori di una pensione di reversibilitĂ di vecchiaia o anzianitĂ . Secondo Alberto Oliveti, presidente Adepp, ciò dovrebbe comportare un aumento dei beneficiari per un costo stimabile in 300 milioni di euro per ogni mensilitĂ erogata. Resta da capire se i nuovi requisiti potranno essere applicati retroattivamente all’indennitĂ di marzo. 1650 milioni a disposizione dovrebbero essere sufficienti perle prossime due tranche e anche per l’intervento retroattivo, oltre che a coprire i 3 milioni di marzo ancora scoperti. SarĂ comunque necessario un nuovo decreto interministeriale per l’attuazione dell’aiuto, provvedimento che in base al Dl rilancio dovrebbe essere adottato entro il 16 maggio (60 giorni dall’entrata in vigore del DI 18/2020). Con il decreto interministeriale precedente, datato 28 marzo, sono stati definiti i requisiti economici di accesso all’indennitĂ di marzo, destinata ai professionisti con reddito complessivo nel 2018 non superiore a 35mila euro la cui attivitĂ sia stata limitata in conseguenza del coronavirus e quelli con reddito tra 35mila e 50mila euro che hanno cessato l’attivitĂ tra il 23 febbraio e il 31 marzo o l’hanno ridotta o sospesa con conseguente calo di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020 rispetto a quello del 2019. I professionisti che non rientrano in tali parametri possono verificare il diritto a ricevere il contributo a fondo perduto introdotto dal decreto rilancio per i soggetti esercenti attivitĂ d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario titolari di partita Iva se l’attivitĂ non è cessata al 31 marzo e se il fatturato e i corrispettivi di aprile 2020 sono inferiori ai due terzi di quelli di aprile 2019. Il contributo, gestito dall’agenzia delle Entrate, varia dal 15 al 23% del fatturato perso m relazione ai ricavi o compensi dell’anno di imposta precedente, ma non può comunque essere inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duella euro per altri soggetti. A tale contributo potranno accedere artigiani, commercianti e coltivatori diretti per i quali l’indennitĂ di 600 euro giĂ erogata a marzo viene ripetuta solo in aprile. Bonus replicato solo in aprile anche per partite Iva e co.co.co iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps. Ricordiamo che questi lavoratori dovevano avere la partita Iva attiva o una collaborazione in essere alla data del 23 febbraio. A maggio l’indennitĂ sale a mille euro ma viene erogata solo a determinate condizioni: ⢠i collaboratori devono aver cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del DI rilancio e quindi chi è ancora attivo non la percepirĂ ; ⢠i titolari di partita Iva, ancora attiva all’entrata In vigore del DI rilancio, devono aver subito una contrazione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (questa indennità è incompatibile con il contributo a fondo perduto). Dunque a maggio ricevono il contributo i collaboratori non piĂš attivi, mentre lo ottengono le partite Iva che ancora lavorano e non quelle che hanno chiuso. Infine autonomi e iscritti alla gestione separata Inps avranno 15 giorni, a partire dall’entrata in vigore del DI rilancio, per chiedere l’indennitĂ marzo se non l’hanno ancora fatto.
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