Tra le novità del “Decreto Rilancio” vi è l’introduzione di nuovi Piani Individuali di Risparmio. Accogliendo la richiesta presentata da Assogestioni, il Governo ha deciso di creare PIR alternativi, i quali si affiancheranno agli strumenti già esistenti e saranno diretti a canalizzare gli investimenti verso imprese minori. “L’obiettivo – evidenzia Fedele Santomauro consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – potrà concretizzarsi grazie alla previsione di peculiari limiti nell’utilizzo dei nuovi PIR, quali:
• in relazione al capitale, almeno 70% di esso dovrà essere investito (per almeno due terzi dell’anno) in strumenti finanziari emessi o stipulati con imprese italiane, appartenenti all’Unione Europea o comprese nello Spazio Economico Europeo SEE , purché abbiano stabile organizzazione in Italia. Al fine di mantenere il focus sulle piccole imprese, saranno esclusi i titoli quotati negli indici Fise Mib e Fise Mid Cap della Borsa italiana, mentre saranno ammessi strumenti non negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione;
• a differenza dei PIR “tradizionali” che prevedono un tetto di 30mila euro annui e 150mila totali, nei nuovi PIR sarà possibile investire fino a 150mila euro all’anno per un totale massimo di 1,5 milioni. Tali limiti non saranno applicati agli investimenti compiuti da casse di previdenza e fondi pensione.
• ulteriore previsione riguarda il vincolo di concentrazione, che per i nuovi PIR viene elevato al 20%, a differenza del 10% per i PIR tradizionali”. “Attraverso questi nuovi strumenti si vuole sostenere in maniera mirata la cosiddetta “economia reale’ – conclude Santomauro -, permettendo la creazione di portafogli vincolati ai segmenti dì mercato meno liquidi e aiutando le piccole e medie imprese italiane”.