Il Pd di Schlein abbandoni quel vecchio trombone del generale De Gaulle

ROMA – La giovane Elly Schlein conquista la guida del Pd ma gira che ti rigira dopo alcuni decenni stiamo ancora parlando di cacicchi e capibastone che andrebbero cacciati dal partito. Cacicchi e capibastone, in parole povere, sono quelli che dentro i partiti mantengono quote personali di potere grazie a pacchetti di voti (o tessere) che all’occorrenza spostano di qua e di là determinando vittorie e sconfitte.

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Ogni volta che, soprattutto a sinistra, si parla di qualcosa di nuovo, di fase innovativa e diversa rispetto a quanto visto, ecco che rispuntano i cacicchi che, a quanto pare, sembrano essere gli unici a restare in sella, sempre e comunque. Le cronache politiche del 1997 assegnano a Massimo D’Alema, la pecorella rossa smarrita che con le altre di Articolo 1 adesso tornano speranzose all’ovile Dem, l’attacco più virulento al partito dei cacicchi. E sarà di nuovo un problema, perché allora quel partito era rappresentato da sindaci e presidenti di regione, insomma quegli amministratori locali su cui adesso invece in molti puntano per rilanciare il Pd. Per D’Alema, altra ironia della sorte, che allora ne parlò al convegno sui ‘Riformatori per l’Europa’, il pericolo era quello di ritrovarsi una "versione moderna del vecchio notabilato, la continuazione in modi diversi della vecchia Italia", con gli "accampamenti di cacicchi come nelle guerre medievali in cui si accampavano insieme i soldati del vescovo, delle città, del conte, ognuno nella sua tenda e con la sua bandiera".

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Non sarà facile per la nuova segretaria Dem far saltare il vecchio schema che, dopo un primo sbandamento dovuto alla novità che nessuno immaginava, sta già ricomponendosi come in quei film dove si vede distruggere il mostro in cento parti ma i suoi pezzi piano piano si ricongiungono… e riappare il mostro. Non sarà facile, perché da oltre un decennio il Pd sembra aver seguito compatto la linea dettata a suo tempo dal generale francese Charles De Gaulle, secondo il quale "il potere non si prende, si raccatta".

Che fare? Bisognerà puntare per forza di cose sulla nuova generazione, creare una giovane classe dirigente facendo leva proprio sul fatto che tutte le formule fin qui sperimentate dai vecchi e capaci dirigenti politici hanno fatto sì che proprio le loro scelte del passato li hanno condannati ad un futuro sicuramente con un tenore di vita peggiore rispetto a quello che loro hanno ricevuto. Per questo, senza cercare di mettere il cappello politico Dem, bisognerà aprirsi a quanto di nuovo e vitale già esiste e opera sui territori.

Ci sono tante buone pratiche realizzate nelle forme più diverse per risolvere concretamente i problemi delle persone interessate. Ecco, prendere quelle buone pratiche, quelle soluzioni, tradurle in provvedimenti o battaglie politiche su cui mobilitare e coinvolgere non solo i militanti ma tutti i rappresentanti nelle istituzioni. Solo così, mettendosi a fianco e dando sponda politica a quello che la ‘nuova generazione’ sta già realizzando nei diversi luoghi, la nuova leadership potrà neutralizzare il potere e la voglia di dettar legge dei diversi cacicchi. E dovrà cominciare subito, da adesso, proprio per non dar modo alle vecchie logiche di riorganizzarsi e trasformarsi nel vecchio mostro che uccide ogni novità. Fregandosene di chi inorridisce di fronte alla giovane età di questo o quell’esponente chiamato a condurre una sfida politica contro la destra che, per sua stessa natura, potrà essere solo conservatrice, volta a preservare tradizioni e identità definite dentro i confini dei rispettivi Paesi. Puntando pure a dare giusto peso e valore alla parola felicità, da associare anche al fare politica perché questa torni ad essere servizio ai cittadini e non mera professione per arricchirsi a titolo personale.

A quanti spingono perché si capisca da subito, in concreto, la nuova linea politica Dem dovrà avere come bussola politiche a favore dei giovani, sempre e comunque. Vero che siamo ormai un Paese di vecchi egoisti, dove nessun politico si metterebbe contro il numeroso e votante popolo dei pensionati. Ma anche questi pensionati hanno figli e nipoti, spesso sono loro che devono poi sostenerli con le loro pensioni perché per quei giovani non c’è niente da fare. Non sarebbe meglio lasciar loro la pensione e investire invece su cento, mille, centomila progetti di sviluppo per rendere autonome le nuove generazioni? Possibile che quello che altrove è norma qui debba sembrare una rivoluzione impossibile?

Anche per Schlein, stando a quanto tutti ripetevano, era impossibile conquistare la segreteria Dem. Anche molti pensionati del Pd hanno deciso invece di scommettere sui giovani e adesso tocca a questi nuovi dirigenti conquistare cuore e pensiero di tutti gli altri. Solo così, aprendosi al mondo e non rimanendo dentro vecchi steccati che ormai non garantiscono più nulla e nessuno, potremo vedere finalmente qualcosa di nuovo anche nel nostro Paese. Con una destra che si attrezza a rimanere al potere per altri dieci anni, dalle parti della sinistra che altro c’è da perdere?
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