Espropriazione dei beni: c’è una piccola rivoluzione

La confisca è una misura di prevenzione e consiste nell’espropriazione ad opera dello Stato di beni utilizzati dal proposto per commettere un reato o che ne sono conseguenza dello stesso, come ad esempio un profitto. È quanto sancisce la sentenza numero 36561/2020 della Corte di Cassazione, depositata il 18 dicembre scorso, che conferma la misura di prevenzione patrimoniale su un immobile. Il provvedimento conferma una pronuncia degli ermellini del 2014. “In base a quanto stabilito dalla legge, con ¡I principio di proporzionalità – sottolinea Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili -, non sono compresi nel patrimonio accumulato di un soggetto tutti i proventi derivanti da evasione fiscale il cui proposto non è in grado di giustificare la legittima provenienza o di avere prova documentale degli stessi, facendo risultare, di conseguenza, il proprio reddito sproporzionato rispetto all’attività economica svolta”. I beni saranno soggetti a confisca sia se risultano di proprietà del proposto, ma anche se quest’ultimo detiene la sola disponibilità a qualsiasi titolo allo scopo di evitare l’occultamento tramite fittizia intestazione in capo ad altri soggetti. Inoltre Baldino evidenzia che “nella decisione delle Sezioni Unite non si parla più di confisca di prevenzione e di confisca allargata poiché tutto è stato denominato “confisca in casi particolari” previsto nell’art. 240 bis del codice penale. In esso viene confermato il divieto di includere nei redditi sia i proventi illeciti derivanti da evasione fiscale ed anche i redditi non dichiarati al fisco, allo scopo di evitare il reimpiego degli stessi”.