Femministe cattoliche tedesche sotto “osservazione vaticana”

Abusi, rapporto secretato, mea culpa del cardinale di Colonia
Roma, 5 feb. (askanews) – La congregazione vaticana per la Dottrina della fede “si sta occupando” del movimento femminista cattolico Maria 2.0, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il quotidiano tedesco riferisce che l’iniziativa – la cui forma canonica non viene precisata – è relativa alla manifestazione di protesta che recentemente Maria 2.0 ha tenuto davanti all’episcopio di Colonia, chiedendo che l’arcivescovo, il cardinale conservatore Rainer Maria Woelki, pubblicasse un rapporto sugli abusi sessuali del clero. Nei mesi scorsi Maria 2.0 ha anche fatto appello al Papa affinché mandasse una visitazione a Colonia per fare chiarezza sugli abusi e sull’insabbiamento. “Ci aspetiamo un nuovo inizio nella nostra diocesi nello spirito del Vangelo e siamo pronte a contribuire al suo successo al meglio delle nostre capacità. Affinché tale nuovo inizio abbia successo, le chiediamo di commissionare una visita della Santa Sede, in modo che lei possa farsi un’idea della siruazione e possiamo cercare insieme nuove strade”. Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, un portavoce ha detto che il porporato “non aveva denunciato” le manifestanti al Vaticano. Roma, scrive però il giornale, ha ricevuto da Colonia comunicazioni al riguardo. A Colonia scandalo ruota in particolare attorno ad un prete pedofilo. Il sacerdote, oggi 87enne in casa di riposo, fu arrestato nel 1972 a Colonia, e quando fu rilasciato, l’anno dopo, fu dapprima inviato ad esercitare il ministero a Muenster, fino al 1988, poi di nuovo a Colonia e, dal 2002 al 2015, a Essen. Nei mesi scorsi il cardinale Woelki ha accusato due predecessori defunti – il cardinale Joseph Hoeffner (arcivescovo di Colonia dal 1969 al 1987) e il cardinale Joachim Meisner (1989-2014) – così come il vescovo di Amburgo, Stefan Hesse, ex amministratore di Colonia con Misener, e quello di Essen, Franz-Josef Overbeck. Ma l’arcivescovo si è inizialmente rifiutato di pubblicare l’indagine commissionata dalla diocesi, ricevendo per questo molte critiche, anche dal consiglio diocesano, ed ha incaricato uno studio di avvocati di ulteriori approfondimenti. Nelle scorse ore, il porporato ha accettato di pubblicare sia il secondo – data prevista il 18 febbraio – che – dapprima alle vittime e poi ai giornalisti – il primo rapporto. “Noi ed io abbiamo commesso errori” di cui “io porto la responsabilità”, ha detto Woelki, dicendosi consapevole che “è stata persa fiducia”. Nelle ultime ore anche il presidente della conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Baetzing, ha criticato il cardinale Woelki, affermando che “la crisi nata dalla decisione di non pubblicare il rapporto non è stata ben gestita”. Il movimento Maria 2.0 è un’associazione ombrello di diversi gruppi in tutta la Germania. Tra le altre proposte di riforma, propugna l’ordinazione delle donne (diaconato e sacerdozio). E’ nato nel maggio del 2019 a Muenster con uno scipero particolare: per una settimana le donne non hanno messo piede in chiesa. La notizia di una iniziativa vaticana, ora, ha suscitato la solidarietà della organizzazione internazionale del Catholic Women Council. Fondato a Stoccarda nel novembre 2019 da varie associazioni, iniziative, ordini religiosi femminili ed enti ecclesiastici cattolici provenienti dalla Germania, dall’Austria, dal Liechtenstein e dalla Svizzera, nel gennaio 2020 è diventato una rete globale ed è presenta anche in Italia (www.catholicwomenscouncil.org/it/). Il Catholic Women Council “è solidale con le donne di Maria 2.0. E’ la nostra lotta comune per difendere una Chiesa che prende sul serio il Vangelo e il suo messaggio di giustizia. Siamo una rete di donne cattoliche impegnate che si battono in tutto il mondo per la pari dignità di tutti e per i diritti che ne derivano”.
Abusi, rapporto secretato, mea culpa del cardinale di Colonia
Roma, 5 feb. (askanews) – La congregazione vaticana per la Dottrina della fede “si sta occupando” del movimento femminista cattolico Maria 2.0, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il quotidiano tedesco riferisce che l’iniziativa – la cui forma canonica non viene precisata – è relativa alla manifestazione di protesta che recentemente Maria 2.0 ha tenuto davanti all’episcopio di Colonia, chiedendo che l’arcivescovo, il cardinale conservatore Rainer Maria Woelki, pubblicasse un rapporto sugli abusi sessuali del clero. Nei mesi scorsi Maria 2.0 ha anche fatto appello al Papa affinché mandasse una visitazione a Colonia per fare chiarezza sugli abusi e sull’insabbiamento. “Ci aspetiamo un nuovo inizio nella nostra diocesi nello spirito del Vangelo e siamo pronte a contribuire al suo successo al meglio delle nostre capacità. Affinché tale nuovo inizio abbia successo, le chiediamo di commissionare una visita della Santa Sede, in modo che lei possa farsi un’idea della siruazione e possiamo cercare insieme nuove strade”. Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, un portavoce ha detto che il porporato “non aveva denunciato” le manifestanti al Vaticano. Roma, scrive però il giornale, ha ricevuto da Colonia comunicazioni al riguardo. A Colonia scandalo ruota in particolare attorno ad un prete pedofilo. Il sacerdote, oggi 87enne in casa di riposo, fu arrestato nel 1972 a Colonia, e quando fu rilasciato, l’anno dopo, fu dapprima inviato ad esercitare il ministero a Muenster, fino al 1988, poi di nuovo a Colonia e, dal 2002 al 2015, a Essen. Nei mesi scorsi il cardinale Woelki ha accusato due predecessori defunti – il cardinale Joseph Hoeffner (arcivescovo di Colonia dal 1969 al 1987) e il cardinale Joachim Meisner (1989-2014) – così come il vescovo di Amburgo, Stefan Hesse, ex amministratore di Colonia con Misener, e quello di Essen, Franz-Josef Overbeck. Ma l’arcivescovo si è inizialmente rifiutato di pubblicare l’indagine commissionata dalla diocesi, ricevendo per questo molte critiche, anche dal consiglio diocesano, ed ha incaricato uno studio di avvocati di ulteriori approfondimenti. Nelle scorse ore, il porporato ha accettato di pubblicare sia il secondo – data prevista il 18 febbraio – che – dapprima alle vittime e poi ai giornalisti – il primo rapporto. “Noi ed io abbiamo commesso errori” di cui “io porto la responsabilità”, ha detto Woelki, dicendosi consapevole che “è stata persa fiducia”. Nelle ultime ore anche il presidente della conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Baetzing, ha criticato il cardinale Woelki, affermando che “la crisi nata dalla decisione di non pubblicare il rapporto non è stata ben gestita”. Il movimento Maria 2.0 è un’associazione ombrello di diversi gruppi in tutta la Germania. Tra le altre proposte di riforma, propugna l’ordinazione delle donne (diaconato e sacerdozio). E’ nato nel maggio del 2019 a Muenster con uno scipero particolare: per una settimana le donne non hanno messo piede in chiesa. La notizia di una iniziativa vaticana, ora, ha suscitato la solidarietà della organizzazione internazionale del Catholic Women Council. Fondato a Stoccarda nel novembre 2019 da varie associazioni, iniziative, ordini religiosi femminili ed enti ecclesiastici cattolici provenienti dalla Germania, dall’Austria, dal Liechtenstein e dalla Svizzera, nel gennaio 2020 è diventato una rete globale ed è presenta anche in Italia (www.catholicwomenscouncil.org/it/). Il Catholic Women Council “è solidale con le donne di Maria 2.0. E’ la nostra lotta comune per difendere una Chiesa che prende sul serio il Vangelo e il suo messaggio di giustizia. Siamo una rete di donne cattoliche impegnate che si battono in tutto il mondo per la pari dignità di tutti e per i diritti che ne derivano”.

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