La Niña melodie mediterranee e ritmi urbani nell’album Vanitas

Vanitas è il canto di una creatura ultraterrena di fronte al caos
Milano, 24 mar. (askanews) – Esce oggi Vanitas, il nuovo album dell’artista che piĂą di ogni altra connette Napoli all’intero pianeta: La Niña.
Anticipato dai singoli Nunn ‘o voglio sape’, blu – in collaborazione con la pluripremiata cantante nu-soul londinese Mysie – e Harakiri, il disco esce per Sony Music/Columbia Records.
Selene’, Harakiri, Blu, Vipera, Notte, Fccv, Novs, Respira: otto nuovi brani, otto simboli, otto visioni sonore che costituiscono il corpo roccioso e, al tempo stesso, etereo e metamorfico di Vanitas. VĂ nitas come durata effimera, caducitĂ , perenne transitorietĂ  dell’umano, comune destino all’appassimento e alla sfioritura, è dunque l’intuizione primaria che sta al fondo dell’album e che ne informa l’intera struttura musicale e linguistica.
Ritmi urbani e tribali, melodie mediterranee, versi ipnotici e improvvise esplosioni di rime si fondono nel respiro cosmico di un disco che riparte dalle embrionali esplorazioni sonore del precedente EP EDEN per portare a compimento quell’incontro unico fra antichissime armonie destrutturate, strumenti ricercati – una tamburo a cornice senza sonagli, una chitarra romantica del 600, un marxophone – e le ardite sperimentazioni dell’elettronica piĂą attuale: un’oscillazione continua, una incessante dialettica passato-futuro, che riflette plasticamente l’anima e il corpo de La Niña. Un corpo che, nell’artwork dell’album, realizzato mediante l’uso dell’intelligenza artificiale e della fotografia, appare inserito non a caso in un classico esempio di ‘vanitas painting’, circondato da una collezione di oggetti simbolo dell’effimero che, in qualche modo, raccontano le canzoni racchiuse nell’album.
Vanitas è il canto di una creatura ultraterrena di fronte al caos primordiale. Un disco in cui miti arcaici abitano il presente, la passionalità carnale si fonde con la trascendenza meditativa, la dimensione misterica si veste di sonorità contemporanee e di esoterico simbolismo. Fra creature mitologiche e intelligenza artificiale, citazioni di Mozart e riferimenti alla pittura barocca napoletana di Salvator Rosa, battiti digitali e pulsazioni ancestrali, nelle tracce di Vanitas ricorrono sentimenti di disillusione, rabbia e malinconia che invitano, attraverso il suono, a riflettere sulla condizione universale degli esseri umani, soggetti al ciclo perenne di morte e rinascita.

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