Bologna, il comitato Priorità alla scuola lancia lo sciopero della Dad

BOLOGNA – Il comitato Priorità alla scuola di Bologna non molla. E dopo la manifestazione di protesta in piazza Maggiore venerdì scorso contro la chiusura delle scuole, per effetto della zona arancione scuro, ora lancia la proposta di uno sciopero della Dad per gli alunni di ogni ordine e grado a partire da domani, martedì 2 marzo. Una “settimana di obiezione di coscienza” per lanciare un segnale forte alla Regione Emilia-Romagna, chiedendo il ritorno in classe. “Proponiamo di boicottare la Dad in protesta contro l’ordinanza- spiega il comitato- sciopero permanente dei bambini e dei ragazzi in modo che la loro assenza diventi visibile. Se le aule telematiche si svuoteranno, se i registri conteranno centinaia di bambini assenti, se la scuola si fermerà davvero allora forse qualcuno comincerà ad ascoltare. Questo ‘basta’ lo possiamo dire solo noi genitori, siamo noi ora a dover aiutare la scuola. Fermiamo la scuola oggi per tornare a scuola domani”.

Oltre allo sciopero della Dad, il comitato propone di appendere striscioni ad ogni finestra con la scritta “La scuola a scuola” e di fare una foto ai bambini davanti al pc, anche di spalle, con la scritta “Questa non è una scuola”, per affiggere le immagini “in un luogo visibile e simbolico”. A supporto della proposta, il comitato ha lanciato anche un sondaggio online per raccogliere le adesioni allo sciopero della Dad. “L’invenzione della zona arancione rinforzato per chiudere le scuole ripropone in modo drammatico lo scenario di un anno fa- attaccano i genitori- l’ordinanza di Bonaccini è ingiustificata e miope e il rischio a cui andiamo incontro è che venga prorogata ad oltranza. Se accettiamo la Dad ora non è improbabile che quest’anno i bambini non tornino più a scuola. Se accettiamo la Dad ora le Istituzioni potranno continuare a raccontare che la scuola non si è mai fermata”. Gli insegnanti, sottolinea il comitato, non possono esimersi dall’attivare il canale della didattica online, ma noi genitori possiamo fare qualcosa, tutti insieme. E se non lo facciamo, ancora una volta bambini e ragazzi torneranno ad essere invisibili e saranno i primi e gli unici a pagare. L’ondata di novembre ha dimostrato che è possibile fare scuola in presenza e in sicurezza, il picco di contagi non è attribuibile alle scuole aperte, men che meno alle scuole primarie. Nel momento in cui accetteremo silenziosamente di mettere i nostri figli davanti al computer essi diventeranno dei fantasmi”.In conclusione, afferma il comitato, “se la crisi necessita la chiusura allora che si chiuda tutto, ma la scuola deve essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire”.

LEGGI ANCHE: A Bologna atteso il record di contagi: oggi si sfioreranno 800 casi

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