Agenzia delle entrate e Guardia di finanza a braccetto, sono previsti infatti, per la prima volta, 230 mila controlli congiunti nel triennio 2018-2020. II nuovo obiettivo è inserito nella convenzione tra ministero dell’economia e Agenzia delle entrate presentata ieri alle organizzazione sindacali dei lavoratori del fisco. L’Agenzia ha come obiettivo per il 2018, in scadenza, incassi da contrasto all’evasione pari a 16,8 mld di euro, asticella che si abbasserà, nel 2019, a 14,5 mld di euro. E un miliardo e 400 mila arriveranno da 1.800.000 lettere di compliance che saranno recapitate ai contribuenti che presentano delle anomalie negli adempimenti fiscali. Il documento siglato da Giovanni Tria, guida del MinEconomia e da Antonino Maggiore, direttore delle Entrate, dunque evidenzia, per l’area strategica di contrasto, il recupero delle imposte indebitamente evase che alterano la libera concorrenza e creano inefficienze nel mercato. Per il 2018 la parola d’ordine sarà «potenziamento del contrasto all’evasione dell’Iva». L’attenzione del fisco sarà concentrato sui contribuenti meno collaborativi e trasparenti ritenuti maggiormente a rischio. In questo ambito, si legge nel documento, «per valutare le iniziative congiunte tra Agenzia e Guardia di finanza volte a potenziare le attività di analisi finalizzate a contrastare la sottrazione di basi imponibili è previsto uno specifico indicatore che riguarda il numero di soggetti che vengono sottoposti ad analisi congiunta da parte dei due enti per predisporre i piani di intervento. Per il 2018 saranno 60 mila i contribuenti che avrebbero dovuto ricevere la visita della «strana coppia» AgenziaGdf, numero che salirà a 80 mila nel 2019 e a 90 mila nel 2020. Nell’ambito del contrasto all’evasione è stato fissato anche il completamento della sperimentazione per l’utilizzo dell’archivio rapporti nell’analisi del rischio delle persone fisiche e giuridiche (risparmiometro). Gli accertamenti assistiti da indagini finanziarie restano sempre marginali il 2-3% nel triennio. L’agenzia potenzia, poi, l’area di prevenzione per promuovere la maggiore compliance da cui dovrebbero arrivare maggiori entrate. Procedure amichevoli, patent box, richieste a interpelli e cooperative compliance sono gli istituti su cui si gioca la partita della prevenzione fiscale. Per i patent box l’Agenzia si impegna a fornire risposte entro 30 mesi fissando entro il 2018 il completamento della disamina delle istanze relativa all’agevolazione dei beni e marchi di impresa presentate entro i131 dicembre 2015. Per i ruling internazionali l’impegno dell’Agenzia è quello di contrarre i tempi di risposta dai 36 mesi del 2018 ai 30 mesi del 2020. Invece per il regime dei contribuenti che accedono al regime di cooperative compliance gli ammontare degli imponibili sono fissati a 7 mld nel 2018, 10 nel biennio 2019-2020. Novità anche per la dichiarazione precompilata il cui progetto rimane confinato e legato al modello 730, redditi da lavoro dipendente. E prevista l’introduzione di un indicatore che misurerà il tasso di copertura di alcuni oneri inseriti in dichiarazione rispetto a quelli complessivamente dichiarati, in modo da fornire al contribuente un quadro completo ed esaustivo della propria situazione ai fini dichiarativi in modo da ridurre al minimo gli interventi di correzione e integrazione. Inoltre nel cassetto fiscale si indicheranno i dati che evidenzieranno la ripartizione delle imposte dichiarate tra le diverse aree di spesa dello stato. Nelle aspettative delle Entrate del precompilato fai-date, la percentuale dei contribuenti è ferma a 12% degli oltre 20 milioni di modelli 730 inviati all’Agenzia.
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