Mattarella al Quirinale per l’8 marzo: donne colpite su più fronti

ROMA – È stata celebrata al Palazzo del Quirinale la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata al tema “Con Rispetto. Educando”. La cerimonia, trasmessa in diretta su Raiuno, è stata condotta da Matilde Gioli che ha letto alcuni brani e poesie di Alda Merini, Amalia Rosselli e Miriam Waddington. La prolusione è stata affidata alla scrittrice Silvia Avallone a cui ha fatto seguito l’intervento della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Nel corso della celebrazione sono stati proiettati dei filmati realizzati da Rai e da Rai Cultura e la cantante Manuela Cricelli, accompagnata dalla chitarra di Beppe Platani ha eseguito i brani “Mi votu e mi rivotu”, “Cantu e cuntu” e “Rosa” di Rosa Balistreri.

Al termine il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato un discorso alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio e la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni.

FEMMINICIDIO: IN ITALIA SONO STATE UCCISE DODICI DONNE IN SOLI DUE MESI

“È l’8 marzo. Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella. Sono state uccise undici donne, in Italia, nei primi due mesi del nuovo anno. Sono state uccise per mano di chi aveva fatto loro credere, di amarle. Per mano di chi, semmai, avrebbe dovuto dedicarsi alla reciproca protezione. Ora siamo di fronte a una dodicesima uccisione: quella di Ilenia. L’anno passato le donne assassinate sono state 73. È un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, elencando i nomi delle donne uccise da inizio anno e ricordando i numeri dei femminicidi nel 2020 sotto pandemia.

Mattarella sottolinea che “un distorto concetto del rapporto affettivo- che, non a caso, si trasforma in odio mortale- è alla base dei gravi e inaccettabili casi di femminicidio. Una mentalità che, al dunque, è solo possesso, bramosia, dominio e, in fin dei conti, disprezzo. L’amore, quello autentico- ricorda il capo dello Stato- si basa sul rispetto e la condivisione. Se si giunge a uccidere una donna è perché non si rispettano il suo desiderio di libertà e la sua autonomia. Perché ci si arroga il potere di non consentirne le scelte, i progetti, le aspirazioni.

A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della Costituzione – che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni – gli orribili casi di femminicidio – che reclamano giustizia – ci dicono che la legge, da sola, non basta. Che un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato.

CRISI ECONOMICA: A RISCHIO 1 MILIONE E 300 MILA POSTI DI LAVORO DI DONNE

“Questo 8 marzo, purtroppo, si svolge ancora sotto il segno della pandemia, che ha appesantito la nostra esistenza, causando un numero senza precedenti di vittime e immani problemi economici, sociali e di relazioni umane. Un fenomeno planetario imprevisto che ha messo a dura prova la capacità di resistenza dei cittadini e la stessa convivenza civile- dice il presidente della Repubblica-. La diffusione del Covid-19, come sempre accade nei periodi difficili, ha colpito maggiormente le componenti più deboli ed esposte. Le donne tra queste. Dal punto di vista occupazionale anzitutto. Secondo l’Istat abbiamo 440 mila lavoratrici in meno rispetto a dicembre 2020. Mentre sono a rischio un milione 300 mila posti di lavoro di donne che lavorano in settori particolarmente colpiti dalla crisi. L’occupazione femminile è tornata indietro. Ai livelli del 2016, ben al di sotto del 50% raggiunto per la prima volta nel 2019. La causa principale è stata la crisi del settore dei servizi, nel quale lavora l’85% delle donne. Non preoccupano soltanto i dati quantitativi. Peggiora la qualità del lavoro delle donne, con un picco di contratti part-time non volontari, con l’aumento dei lavori a tempo determinato e con una riduzione delle condizioni di conciliazione vita/lavoro”.

COVID: IL 70% DEI CONTAGI SUL LAVORO RIGUARDA LE DONNE, SOPRATTUTTO SANITARIE

“La situazione femminile si fa critica anche dal punto di vista sanitario. L’Inail ha messo in luce, in un recente studio, che quasi il 70% dei contagi denunciati sui posti di lavoro riguarda le donne. Le categorie professionali delle contagiate riguardano soprattutto il settore sanitario. È dunque doveroso che la Repubblica rivolga un pensiero di forte gratitudine alle tante donne che da ormai un anno si stanno impegnando negli ospedali, nei laboratori, nelle zone rosse per contrastare la diffusione del coronavirus. Esse lavorano in condizioni difficili, con competenza e abnegazione, con spirito di sacrificio e con la loro caratteristica capacità di sopportare grandi carichi di lavoro” dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “A loro, in special modo, desidero dedicare questa importante giornata”, aggiunge.

LAVORO: INGIUSTIFICABILE LA DIFFERENZA DI RETRIBUZIONE

“Oggi in alcuni ambiti del pubblico impiego si è addirittura verificato il sorpasso, la percentuale di donne che lavorano è superiore a quella degli uomini. In Magistratura ad esempio. Come al Ministero dell’Interno. In realtà, non è sorprendente tenendo conto che la nella popolazione italiana le donne sono in un numero sensibilmente maggiore degli uomini. Se si guarda però ai livelli apicali la predominanza resta ancora maschile. Così accade soprattutto ai vertici dei consigli di amministrazione di imprese e società pubbliche e private. La sola libertà di accesso agli impieghi pubblici e privati, infatti, non risolve interamente il problema dell’occupazione femminile, di fronte a una evidente disparità nella progressione di carriera e nella ingiustificabile differenza di retribuzione. Per non parlare delle discriminazioni sul posto di lavoro, in forme che talvolta rasentano la costrizione e la violenza” dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso al Quirinale.

“L’8 marzo costituisce ogni anno- sottolinea il capo dello Stato- un’occasione preziosa per fare il punto sulla condizione femminile, registrandone i progressi e evidenziandone le criticità. Poco più di sessanta anni fa una storica sentenza della Corte Costituzionale, la numero 33 del 1960, ebbe a cancellare una anacronistica legge del 1919, allora ancora in vigore, che escludeva le donne da tutti gli incarichi pubblici. Fu il ricorso di una donna tenace e coraggiosa, Rosa Oliva, a provocare la cancellazione di una norma ingiusta e discriminatoria, in palese contrasto con la Costituzione. In quanto donna era stata esclusa da un concorso per il Ministero dell’Interno. Per sanare una ferita così grave sul piano dei diritti- ricorda il capo dello Stato- intervenne la Corte Costituzionale e non il Parlamento: una circostanza che fa comprendere da quanti ritardi e resistenze culturali è costellata la via dell’effettiva parità. Si era affievolita la spinta che aveva condotto, nel gennaio 1945, ancor prima della Costituente, a chiamare al voto le donne. Come avvenne, in quasi tutti i comuni d’Italia, il 10 marzo di settantacinque anni fa. Molta strada si è fatta da quella storica sentenza”.

“LE DIMISSIONI IN BIANCO SONO UN FEMONENO ODIOSO MA PURTROPPO DIFFUSO”

“Ho ricordato la persistenza dei gravissimi casi di femminicidio, di violenze e di abusi intollerabili. Allo stesso modo, va acceso un faro sulle forme, meno brutali, ma non per questo meno insidiose, della cosiddetta violenza economica, che esclude le donne dal controllo e dalla gestione del patrimonio comune o che obbliga la donna ad abbandonare il lavoro in coincidenza di gravidanze o problemi familiari. Pensiamo all’odioso ma purtroppo diffuso fenomeno della firma delle dimissioni in bianco. Questioni gravi e dolorose, che incidono profondamente sulla vita delle donne. Questioni che richiedono, per la loro risoluzione, il coinvolgimento attivo di tutti: uomini e donne, uniti, contro ogni forma di sopraffazione e di violenza, anche se larvata” dice il presidente della Repubblica.

Il capo dello Stato ricorda: “Tra i cosiddetti ‘esempi civili’ che ho premiato l’anno scorso con l’onorificenza al merito della Repubblica c’è un imprenditore di Trieste. Avendo saputo che una sua dipendente precaria era incinta e temeva il licenziamento, l’ha assunta a tempo indeterminato e le ha concesso anche un aumento di stipendio. Un gesto di grande significato. Vorremmo, nel prossimo futuro, che questi gesti non fossero comportamenti eccezionali da premiare, ma gesti normali, anche incoraggiati da una rimodulazione delle politiche sociali ed economiche”.

“IL LINGUAGGIO PIENO DI ODIO E DIPREZZO ALIMENTA STEREOTIPI OTTUSI”

“Il rispetto verso le donne conosce molte declinazioni. Sul piano del linguaggio, innanzitutto. Dobbiamo respingere le parole di supponenza, quando non di odio o di disprezzo verso le donne. Parole che generano e alimentano stereotipi e pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili. Compromettere l’autonomia, l’autodeterminazione, la realizzazione di una donna esprime una fondamentale mancanza di rispetto verso il genere umano. Il rispetto è alla base della democrazia e della civiltà del diritto, interno e internazionale. Per questo il rispetto le donne è questione che attiene strettamente alla politica. Rispettare s’impara, o si dovrebbe apprendere, fin da piccoli. Sui banchi di scuola. In famiglia. Nei luoghi di lavoro e di svago” dice Mattarella.

“LA PARITÀ DI GENERE È UNA QUESTIONE CULTURALE ED EDUCATIVA”

“La parità di genere non è solo una grave questione economica e sociale. Ma è una grande questione culturale ed educativa- aggiunge il presidente della Repubblica- “Negli ultimi due secoli le donne sono state protagoniste di importanti rivoluzioni sociali e culturali, sono state – spesso e in diversi ambiti – i motori del cambiamento. Le donne hanno sempre aiutato a cogliere il valore universale e positivo della diversità, della solidarietà, della pace. Rispettare e ascoltare le donne vuol dire lavorare per rendere migliore la nostra società. Buon otto marzo”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso al Quirinale in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna.

“DISPARITÀ ECONOMICHE, DISCRIMINAZIONI E VIOLENZE SONO FIGLIE DELLA STESSA RADICE”

“Il tema dell’8 marzo di quest’anno ‘Con rispetto educando’, in qualche modo, riassume e contiene tutte le problematiche. Perché disparità economiche, discriminazioni e violenze sono tutte figlie della stessa radice. Figlie di una mentalità dura a scomparire, che si annida anche nei luoghi più impensati e tra le persone più insospettabili. Un’ottica antiquata, fuori dalla storia della civiltà, paralizzante che non conosce confini geografici, di censo, di livello di istruzione, e che fondamentalmente assegna alla donna un ruolo e una funzione di secondo piano. Un passo indietro. Sempre, ovunque e comunque” dice il presidente della Repubblica. “Rispetto- aggiunge il capo dello Stato- significa, innanzitutto, riconoscere all’altra persona, con le sue specificità, la stessa identica dignità che ognuno riconosce a se stesso, con eguali capacità, con eguali diritti. Educare al rispetto significa farne crescere una piena consapevolezza”.

CALO DEMOGRAFICO E MANCAZA DI LAVORO SONO COLLEGATI TRA LORO

“Vanno incrementati gli sforzi per restituire dignità al lavoro delle donne e per far fronte alla crisi demografica. Calo demografico e carenza di occupazione femminile sono tra i fattori più rilevanti del rallentamento della crescita economica; e sono fra essi collegati. Va ricordato, ancora una volta, che dove cresce il lavoro femminile, dove cresce la buona occupazione, anche la natalità è più elevata e i giovani ricevono una spinta positiva per i loro progetti di vita. Politiche per la famiglia, sostegno alla maternità, potenziamento dei servizi, conciliazione con i tempi di lavoro e con quelli di cura rappresentano un elemento di fondamentale importanza per la crescita” dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso al Quirinale.

LEGGI ANCHE: Covid, Gimbe: “Partita terza ondata, interventi politici siano tempestivi”

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