Covid passaporto, spiagge bolla… È già ora di pensare alla partenza intelligente

BOLOGNA – Con la Sardegna isola ‘bianca’, lì il Covid picchia meno ora, verrebbe da dire, “voglio andare ad Alghero…”. E in tanti lo dicono: di recente Airbnb ha osservato cosa cerca (adesso) chi aspetta l’estate e non vuole lasciarsela sfuggire. La prima e seconda meta più ‘trendy’ sono in Sardegna, la Toscana le piazza quinta e sesta, la Liguria all’ottavo, nona ancora la Sardegna e decima la Lombardia. Manca poco a primavera, Pasqua non potrà essere quell’attesa evasione liberatoria dal Covid, e c’è già grande voglia d’estate. E qualche ottimismo non manca. Predica un “sano ottimismo” il neoministro del Turismo Massimo Garavaglia: perché, dice, l’anno scorso l’estate fu quasi normale e quest’anno in più ci sono i vaccini. E proprio perché ci sono, sale la spinta a vaccinare presto gli operatori del turismo; per il settore la prossima estate suona come una ultima chiamata per risollevarsi. E i turisti? O meglio, la domanda è: se si potrà andare in vacanza, ‘come’ ci si potrà andare? Esempio: gli israeliani, già vaccinati, sanno già che potranno rilassarsi in Grecia ‘grazie’ a questo loro status. E chi il vaccino non lo ha ancora fatto?

Avviso ai naviganti: il tema c’è, anche in Italia. Garavaglia ha detto che di passaporto vaccinale “si discute a livello europeo e si andrà di sicuro verso un passaporto sanitario: un documento sanitario che certifichi una avvenuta vaccinazione” da mettere in valigia. Chi non l’ha, non parte? Assisteremo a scene tipo: “Salve, vorrei prenotare: c’è posto?”. “Un attimo, guardo… Sì, dovremmo avere qualcosa. Ma, mi dica: lei com’è messo con il vaccino?”. È qualcosa da tenere d’occhio. Perché in Europa di passaporto vaccinale e delle sue controindicazioni si discute (si rischia diseguaglianza tra chi ha più chance di immunizzarsi e chi meno, si vanno a toccare libertà personali…). ‘Le Monde’ ha posto sei domande sul passaporto vaccinale. E da noi? Patrizia Battilani, direttrice centro studi sul turismo dell’Alma Mater di Bologna, dice che se ne può ragionare “per i Paesi che hanno molte vaccinazioni ma non complichiamo la vita a tutti. Ormai ci siamo abituati a distanziamento e mascherina, l’estate scorsa hanno funzionato bene: quello è sufficiente”.

Sarà, ma intanto in Sardegna già adesso si entra con il certificato di tampone negativo, o di vaccino fatto, o dopo un test al porto o in aeroporto. Se si è positivi si sbarca, non si va in spiaggia ma in quarantena. Caso isolato? Sarà, ma a Riccione -altra meta trendy dell’estate- chiedono le bolle per il turismo, come nello sport: si va se si fa il tampone…

La prossima estate è uno snodo importante del cammino di uscita dal Covid: ci sarà chi farà più fatica a fare vacanze per tanti motivi, ma non si scappa dal fatto che -dopo rinunce e restrizioni- su quella stagione si scaricheranno attese, desideri e pretese che sarà più difficile arginare e moderare. Sarebbe bene chiarire presto e bene come si potrà andare in vacanza.

Non è stato banale far passare l’obbligo vaccinale per i nidi; e sulla scuola ci si è incartati a definire chi è ‘essenziale’ e può mandare i figli anche se sono chiuse per gli altri. Poi sul tema del passaporto vaccinale forse ci si gioca anche una fetta simbolica del modo in cui ‘funzioneranno’ tante cose dopo l’estate e quando col Covid si convivrà come fosse una normale influenza. Poi per un paese come l’Italia, in cui tutti sanno o temono cosa può combinare la burocrazia… Per non parlare dei furbetti. E se poi non ci sono vaccini per tutti ‘in tempo’? E se poi la macchina dei tamponi e dei test non regge l’urto dei vacanzieri? Si fanno prima di partire o all’arrivo in villeggiatura?

Insomma, la prossima estate sarà per molti versi paradigmatica. Un banco di prova su alcune parole d’ordine come libertà, priorità… Uno stress test su qualcosa a cui nessun vuol facilmente rinunciare, specie ora. A maggior ragione sarà bene non arrivarci lunghi. Sembrerà una battuta, ma sarebbe una ‘partenza intelligente’.

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