Prova di forza per Letta su donne capigruppo a Camera e Senato

ROMA – “C’è malumore tra i parlamentari, inutile nasconderlo, questa decisione del segretario Letta di cambiare i presidenti Marcucci e Delrio non si è capita bene”, spiega un esponente Dem. Domani i gruppi Pd di Camera e Senato sono convocati per decidere il da farsi, dopo la richiesta avanzata da Letta di nominare due nuovi Capigruppo donne.

“Il segretario Letta non arretra” dicono dal partito, facendo capire che non si teme il braccio di ferro. Non tanto alla Camera, perché “il capogruppo Delrio non farà mai le barricate, lui si preoccupa sempre di mantenere l’unità” spiegano; ma al Senato la situazione non sarà del tutto tranquilla: “Il segretario non arretra? Beh, finora nemmeno Marcucci ha manifestato la volontà di presentarsi dimissionario, conoscendolo non mi pare proprio il tipo – replica un esponente vicino al capogruppo – domani sentiremo il segretario, poi vedremo chi avrà raccolto le firme come da statuto per candidarsi e l’assemblea del gruppo deciderà”.

Ecco, questo riferimento alla raccolta di firme per sostenere la candidatura sarebbe una novità non proprio positiva visto che il più delle volte il capogruppo, che rappresenta tutti, è stato scelto per acclamazione come segno di unità. “La decisione del segretario -dice un altro Dem- non è stata assunta in modo chiaro: perché solo Delrio e Marcucci e non anche il capogruppo al Parlamento europeo che, guarda caso, è stato riconfermato in un battibaleno?”.

In molti scommettono che, alla fine, la quadra si troverà e che non ci sarà bisogno di ‘spaccarsi’ votando sui candidati. Indiscrezioni cattivelle, raccolte tra i Dem, riferiscono di una trattativa per trovare un’altra collocazione ai due presidenti dimissionati, magari un incarico di Governo lasciato libero, considerato che lo stesso Letta ha detto che i presidenti Delrio e Marcucci “hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli”.

Per quanto riguarda le donne in gara per diventare Capigruppo, alla Camera la partita è tra Debora Serracchiani e Marianna Madia; al Senato tra Roberta Pinotti e Simona Malpezzi. Bisognerà scegliere bene, una persona capace di ricomporre la frattura che si è determinata e con la necessaria grinta per i confronti in Aula con gli altri capigruppo, in particolare della Lega e di Fratelli d’Italia.

C’è pure un’altra questione, sollevata da Gianni Cuperlo, ex presidente del Pd, che sta creando dibattito tra i Dem. Riguarda la nomina nella nuova segreteria di Letta di Mauro Berruto “professionista di grandissimo valore che ha guidato la nazionale maschile di pallavolo… ma non è iscritto al Pd”. Di qui la domanda, nel momento in cui si afferma di voler coinvolgere in prima persona tutti i circoli e i militanti Dem, proprio per valorizzare questo impegno se non sia il caso di chiedere a Berruto di iscriversi.

Per quanto riguarda la politica nazionale, invece, il segretario Letta oggi è stato ricevuto dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Un’ora di faccia a faccia, cordiale e positivo, sulle urgenze del momento, dal rapporto con l’Unione europea al piano vaccinale, fino alle misure per rilanciare l’economia e gli aiuti ai colpiti dalla crisi, in stretto raccordo col Pd. In questo modo Letta continua a marcare il leader della Lega, Matteo Salvini, che ogni volta sottolinea la sua stretta colleganza col premier Draghi. Per il momento, tra i due litiganti, Giancarlo Giorgetti, ministro e numero 2 della Lega, gode.

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