Servizi professionali, concorrenza distorta

I nuovi modelli di imposizione sui redditi delle persone fisiche esercenti attività di impresa e arti e professioni disegnati dalla legge di Bilancio 2019 dispongono una serie di agevolazioni che non si limitano strettamente all’applicazione di imposte sostitutive con aliquote proporzionali del 15% (forfettario) e del 20% (flat tax) in luogo dell’Irpef e delle addizionali, ma che contemplano ulteriori rilevanti aspetti. Tant’è che ai vantaggi immediati dovuti al minor carico impositivo si aggiungono quelli scaturenti dalle numerose semplificazioni connesse all’applicazione di tali regimi. Se, infatti, il nuovo regime forfettario esime i contribuenti dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili, sia il forfettario che la flat tax prevedono l’esonero dall’applicazione dell’Iva e dai relativi adempimenti. Una mole così rilevante di agevolazioni, concentrata sui soggetti che soddisfano i requisiti dimensionali necessari per l’accesso a tali regimi, rischia di produrre degli effetti “collaterali” preoccupanti sul mercato dei servizi professionali, sia in termini di concorrenza che sulla stessa struttura degli studi professionali italiani. Gli studi più organizzati, infatti, non avranno la possibilità di accedere ai regimi agevolati sia, per quanto riguarda il forfettario, per ragioni di natura economica, che di fatto penalizzano i soggetti più orientati agli investimenti, sia per l’esplicita esclusione dei professionisti che esercitano l’attività in forma associata e, in parte, societaria. Ne scaturisce, quindi, un notevole disincentivo alla costituzione di studi integrati e multi- disciplinari, in un contesto in cui la dimensione media degli studi professionali italiani è ben inferiore a quella che caratterizza le migliori esperienze europee, con il rischio di non soddisfare la domanda di servizi professionali sempre più articolati e complessi. Nei settori in cui è prevalente o diffusa la committenza da parte di consumatori finali, inoltre, i contribuenti forfettari e in fiat tax sommeranno al beneficio della minore imposizione fiscale il vantaggio di poter effettuare la medesima prestazione professionale al medesimo corrispettivo ma con un prezzo più basso, per effetto dell’esonero dall’applicazione dell’Iva. Con il rischio di produrre allarmanti effetti distorsivi sulla concorrenza.

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