Ritrovato Grisù, il micio salentino cacciato dal treno a Pescara

Lieto fine per Grisù, il micio di 14 anni che era stata cacciato dal treno Lecce-Torino di domenica scorsa da un capotreno. Gli agenti della Polfer e i volontari Enpa non hanno mai smesso di cercarlo e di sperare. Questa mattina la gioiosa scoperta: Grisù non aveva mai lasciato la stazione di Pescara. Aveva trovato un posticino al sole, protetto da un cespuglio. E così l’hanno trovato poche ore fa gli agenti della Polfer. Sul posto sono subito accorsi i proprietari, la figlia dei signori che era venuta appositamente a Pescara per cercarlo, e i volontari dell’Enpa di Pescara.

Immensa la felicità al momento del ricongiungimento. Il gattino, infatti, abituato alla cattività, è anziano e si temeva per la sua salute. Grisù invece sta bene, ha bevuto, e oggi dopo un buon pasto è pronto a ripartire per tornare dai suoi proprietari, un’anziana coppia del Salento, che lo stanno aspettando con trepidazione.

Tutto è cominciato domenica scorsa quando, durante un viaggio notturno insieme ai suoi proprietari, un’anziana coppia del Salento diretta a Torino, il felino è riuscito in qualche modo ad aprire il suo trasportino ed è uscito a perlustrare il vagone. Il capotreno, pensando si trattasse di un randagio, ha deciso però di far scendere il micio alla stazione di Pescara.

L’Enpa ha immediatamente mobilitato i volontari che, insieme alla Polfer e ai proprietari, si sono messi alla ricerca di Grisù, e ha diffidato Trenitalia “affinché prenda provvedimenti nei confronti del capotreno, responsabile di questa assurda condotta, che dovrà rispondere del reato di abbandono di animali e maltrattamento”. Il caso era persino arrivato in Parlamento grazie alla deputata M5s Daniela Torto, che su Facebook aveva annunciato un’interrogazione parlamentare.

“Il lieto fine che speravamo- ha affermato la Presidente Enpa, Carla Rocchi- non potevamo iniziare la giornata in modo migliore. Ringrazio i volontari dell’Enpa di Pescara e gli agenti della Polfer che hanno preso a cuore il destino del micio senza mai arrendersi. Ora speriamo che gravi condotte di questo tipo non si ripetano più e vengano debitamente sanzionate. Serve più attenzione e sensibilità”.

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