Minori, Ascari (M5s): “Dopo Pasqua parte la Commissione sugli affidi illeciti”

ROMA – La Commissione parlamentare d’inchiesta sugli affidi illeciti è ai nastri di partenza, “è questione di giorni, al massimo settimane. Dopo Pasqua partirĂ ”. Lo spiega all’Agenzia DIRE la deputata Stefania Ascari (M5S), prima firmataria a Montecitorio di una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul tema degli affidi illeciti dei minori.

“Il mio gruppo parlamentare mi ha chiesto di farne parte”, conferma la deputata, molto sensibile al tema. “La mia proposta- ricorda- fu abbinata a quella del Senato che chiedeva allo stesso modo di istituire una Commissione d’inchiesta. Lo chiedo tutti i santi giorni ma ormai ci siamo, abbiamo tutto, e dopo Pasqua dovremmo partire ufficialmente. Il primo step importante l’abbiamo fatto, sono state decise le persone. Ora verrĂ  scelto presidente, vicepresidente”. La Commissione d’inchiesta fatica da tempo a vedere la luce. Approvata nel luglio 2020, da allora ancora nulla di fatto nonostante le richieste bipartisan di sbloccare lo stallo. “C’è stato caos politico, il governo è caduto, ci siamo trovati di fronte l’emergenza covid e bisognava risolvere questioni burocratiche”, spiega Ascari.

“Obiettivo della Commissione- rilancia la deputata- sarĂ  conoscere i numeri del fenomeno, ma soprattutto quale metodo viene utilizzato quando si interloquisce con un bambino. Viene usato un metodo scientifico? Quale domande vengono fatte al minore?”. Il tema è caldo anche alla luce della recente sentenza della Cassazione: la sindrome di alienazione genitoriale (PAS) è ritenuta incostituzionale. “La PAS non esiste- ribadisce Ascari- eppure ancora oggi le CTU si permettono di parlare di alienazione parentale, ora magari gli cambieranno nome. Sono situazioni gravissime su cui la Commissione deve fare luce. Vogliamo analizzare il fenomeno a 360 gradi, capire dove sono i bambini, come stanno, quali programmi vengono organizzati per loro e per la loro famiglia, quali sono i metodi di ascolto: una cosa è fare 200 domande in un minuto al bambino, un’altra è accettare la sua sensibilitĂ  ad aprirsi”. Il tema, termina la deputata, “non ha colore politico. Qui si tratta di fare le cose per bene, non di mettere bandierine”.

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