G20, Sereni: “Occasione per riforme Onu, con impulso a logistica”

ROMA – “Il multilateralismo è una delle chiavi della politica estera italiana e nonostante le difficoltà che implica continuiamo a considerarlo uno strumento privilegiato per le sfide globali attuali. L’Italia quindi sostiene i processi di riforma delle istituzioni onusiane, incluse le proposte avanzate dal segretario generale Antonio Guterres, giunte alla fase di attuazione, per rendere le azioni dell’Onu sempre più trasparenti ed efficienti”. Lo ha detto la viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, intervenendo alla prima di due giornate del convegno ‘L’azione dell’Onu per il mantenimento della pace, 75 anni dopo: risultati e prospettive’, organizzato dalla Sioi, dal ministero degli Affari esteri e dall’Università degli studi di Bari.L’Italia, ha ricordato Sereni, “è il settimo contributore finanziario al bilancio ordinario e a quello delle operazioni di peacekeeping” e “ha preso parte a 29 missioni di pace e oggi contribuisce con 1.100 caschi blu dislocati in cinque missioni, di cui la principale è Unifil, in Libano, di cui deteniamo il comando generale”.La viceministra ha evidenziato la cooperazione fornita nella “formazione del personale militare e di polizia destinato alle missioni di pace” e ha aggiunto che “contribuiamo attivamente anche al dibattito su come migliorare le attività di peacekeeping”, soprattutto agendo per includere nei mandati anche “temi trasversali come la protezione dei bambini, la tutela del patrimonio culturale, la gestione dell’impatto ambientale delle operazioni”. Un passaggio chiave, in questo senso, sarebbe “l’integrazione della prospettiva di genere a tutti i livelli, a partire dalla convinzione del valore aggiunto della presenza delle donne tra i peacekeeper”.Sereni ha evidenziato il valore della partnership con l’Unione europea e la Nato nella gestione delle crisi e poi la collaborazione trilaterale Onu-Ue-Unione africana.La viceministra ha posto l’accento sul “valore di catene logistiche e di approvvigionamento efficenti”, sperimentato “durante la pandemia”. Per questo, ha aggiunto, “siamo orgogliosi di ospitare a Brindisi il Centro servizi globale delle Nazioni Unite (Ungsc) di Brindisi e la Base di pronto intervento umanitario del Programma alimentare mondiale di Brindisi”, da cui sono partiti aiuti di recente per il Libano, dopo l’esplosione al porto di Beirut, e poi verso la Somalia e il Sud Sudan. Rispetto a questi poli logistici Sereni ha detto: “Intendiamo investire nelle infrastrutture, nell’innovazione tecnologica e nella formazione”.In quest’ottica, ha concluso la viceministra, “la presidenza italiana del G20 è occasione fondamentale per dare impulso alle riforme, per questo organizziamo un evento G20 con il Pam sul tema del Rafforzamento della logistica internazionale per le future crisi”.

FRATTINI (SIOI): ONU È CRUCIALE, SAPPIA ADATTARSI A SFIDE

“Adeguarsi a un mondo che cambia rapidissimamente è la chiave per il successo e in questo le attività dell’Onu si si sono evolute e adeguate, con interpretazioni nuove della Carta”, i cui obiettivi “non possono più essere quelli del 1945, quando fu scritta”. Serve allora “una leadership politica che imponga cambiamenti visibili e tangibili: ne abbiamo visto l’importanza con la pandemia di Covid-19. Molti hanno espresso dubbi sulla gestione della pandemia, ma senza l’Oms ce l’avremmo fatta? Probabilmente no”. Riflessioni e interrogativi posti da Franco Frattini, presidente della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), intervenendo con un video messaggio all’apertura della prima di due giornate del convegno online.”Sono convinto- ha detto Frattini- che mai come ora le attività dell’Onu siano importanti nel mantenimento della pace”. A chi mette in dubbio l’operato e l’utilità stessa delle Nazioni Unite, “tra cui anche tanti giovani”, secondo il presidente della Sioi, bisogna “suggerire di ragionare su che mondo sarebbe se l’Onu non esistesse”.”Pace non vuol dire semplicisticamente assenza di guerra- ha continuato Frattini- bensì vuol dire capacità di adeguarsi alle sfide dei tempi, alle aree regionali e agli interventi richiesti per rispondere alle esigenze della popolazione”. Tra queste azioni il presidente della Sioi ha citato gli “interventi di peacekeeping”, anche se non sempre sembrano efficaci, “come nella martoriata Siria”, ma anche le “sanzioni individuali applicate in modo intelligente”, ossia quelle che “colpiscono il dittatore ma non causano fame e sofferenze alla popolazione”.Frattini ha ricordato infine che mantenere la pace implica tante aree di intervento e ha citato “la lotta al terrorismo”, “i caschi blu della cultura per proteggere i beni patrimonio dell’umanità”, ma anche “gli interventi in giustizia e legalità internazionale, per combattere il crimine organizzato transnazionale” oppure “la lotta alla proliferazione nucleare”. Secondo il presidente della Sioi, da questi impegni dell’Onu manca ancora “il diritto della conoscienza dei processi decisionali” anche se è indubbio “che arriverà presto”.

BRONZINI (UNIBA): ONU CENTRALE, ANCHE CONTRO DISUGUAGLIANZE

“La pandemia di Covid-19 ci ha distratto dalle sue conseguenze sulla pace, mentre l’Onu ha messo ben in evidenza il grande tema delle diseguaglianze, sollevato dalla pandemia stessa. E’ una questione di cui si continuerà a parlare negli anni a venire e sono contento che la mia Università, luogo privilegiato di riflessioni, stia sollecitando il dibattito anche su questo”. Lo ha detto oggi Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari Aldo Moro, aprendo i lavori della prima di due giornate del convegno online ‘L’azione dell’Onu per il mantenimento della pace, 75 anni dopo: risultati e prospettive’.”La regione predominante dell’essere Università- ha continuato il rettore- è compiere riflessioni che servano da stimolo per l’intera società, e quelle sull’Onu sono molto importanti perché riguardano tanti temi di attualità stringente, come le questioni sanitarie”.
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