A Firenze protestano 1.280 ambulanti: “Riapriteci o torniamo in 2.400 furgoni”

FIRENZE – “Vogliamo solo lavorare. Riaprite, subito”. Poi viene tutto il resto, ma per gli ambulanti accorsi a protestare a Firenze sotto il palazzo del Consiglio regionale, è questo il primo ‘comandamento’. E a dirlo sono in tanti: “Siamo 1.280 furgoni”, sottolineano su una via Cavour, invasa e chiusa al traffico, i rappresentanti di Assidea, l’associazione che ha promosso la manifestazione prima a Pistoia poi nel capoluogo regionale. “Non ho neppure più un reddito per gli affitti dell’emergenza abitativa. Ho il materasso nel furgone, non l’ho detto fin qui per dignità”, denuncia al microfono un ambulante.

Urgono quindi riaperture immediate, sennò “torniamo in 2.400 furgoni, e blocchiamo tutto”, promettono. Poi ci sono le richieste messe nero su bianco dall’associazione in un documento: apertura di un tavolo di crisi del settore; vendita al dettaglio e su area pubblica di tutti i prodotti non alimentari, sia in fascia arancione che rossa; abolizione per il 2021 dei canoni per l’occupazione pubblica; stop della richiesta del documento di regolarità contributiva (Durc) per il rinnovo delle licenze da completare entro il prossimo 30 giugno; infine, la soppressione di tutti i contributi previdenziali sempre sull’anno in corso. Non che ci sia gran fiducia nella politica: “La variante Draghi è peggio di Conte”, è scritto su diversi cartelli. Compare Vittorio Sgarbi, che si scaglia contro il governo e il ministro della Salute, Roberto Speranza.

E prende la parola Gianluigi Paragone, leader di Italexit: “Il presidente Giani non vi riceve? Si deve solo vergognare”, grida tra gli applausi. E sulla situazione vissuta dagli ambulanti annuncia: “Il senatore Martelli ha presentato una mozione, a cui ho subito aderito e spero possa essere firmata da tutte le forze politiche, chiediamo al Governo di escludere gli ambulanti da qualsiasi tipo di limitazione alla vendita”.

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