Covid, Gimbe: “Contagi in calo, in 14 regioni intensive sopra il 30%”

ROMA – Il monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe rileva nella settimana 31 marzo-6 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi di Covid (125.695 vs 141.396), legata in parte alla netta riduzione dell’attività di testing. In lieve calo anche i decessi (2.868 vs 3.000), i casi attualmente positivi (555.705 vs 562.832) e le persone in isolamento domiciliare (522.625 vs 529.885). Sostanzialmente stabili i ricoveri con sintomi (29.337 vs 29.231) e le terapie intensive (3.743 vs 3.716). In dettaglio, rispetto alla scorsa settimana, si registrano 2.868 decessi (-4,4%), +27 in terapia intensiva (+0,7%), +106 ricoverati con sintomi (+0,4%), -7.260 in isolamento domiciliare (-1,4%), 125.695 nuovi casi (-11,1%) e -7.127 casi attualmente positivi (-1,3%).

“Per la terza settimana consecutiva – afferma Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – continua la lenta discesa dei nuovi casi, anche se il calo degli ultimi giorni è sovrastimato per il tracollo dell’attività di testing durante il periodo pasquale: -128.141 persone testate rispetto alla settimana precedente e -304.499 rispetto a quella ancora prima”.Le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) si attestano, rispettivamente, al 44% e al 41%, con 8 regioni sopra soglia per l’area medica e 14 sopra soglia per le terapie intensive. Per queste ultime preoccupa il superamento del 50% in Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Marche, Valle d’Aosta, con una punta del 60% in Lombardia.

Se a livello nazionale la variazione percentuale dei nuovi casi e i casi attualmente positivi sono in calo, la variazione percentuale dei nuovi casi cresce in 4 regioni, in particolare in Sicilia e Sardegna dove l’incremento supera il 50%. In 10 regioni, infine, l’aumento dei casi attualmente positivi attesta inequivocabilmente che il calo dei nuovi casi è ancora esiguo.

“La lenta discesa dei contagi nelle ultime due settimane – aggiunge Cartabellotta – sovrastimata dal drastico calo dei tamponi non deve alimentare irrealistiche illusioni. Oggi siamo in piena terza ondata, con una situazione ospedaliera molto critica in oltre metà delle regioni e, al di là dell’aneddotica e di studi preliminari, non esistono terapie domiciliari di documentata efficacia utilizzabili su larga scala per ridurre le ospedalizzazioni”.

“Sul fronte vaccini – aggiunge – il ritmo della campagna è ancora lontano dagli obiettivi fissati per aprile dal piano Figliuolo, il caso AstraZeneca rischia di determinare ulteriori rallentamenti, la copertura vaccinale di anziani è ancora insufficiente e quella dei soggetti fragili non nota”. “Infine, nel piano delle riaperture è fondamentale tenere conto che non sono stati attuati interventi strutturali né a livello sanitario (potenziamento testing & tracing) né a livello di sistema (mezzi di trasporto, areazione scuole e locali pubblici, etc). In questo scenario, spettano al governo Draghi ardue scelte politiche per contemperare il diritto alla salute con gli altri diritti e le libertà tutelati dalla Costituzione al fine di consentire il rilancio delle attività economiche e la ripresa del Paese” – conclude Cartabellotta.

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