L’oste di Bologna: “La peggiore politica cavalca le proteste in piazza”

BOLOGNA – Nel giorno in cui tanti ristoratori tornano in piazza per chiedere ristori e riaperture, Fabio Rodda, titolare a Bologna dell’Osteria dell’Orsa, torna a smarcarsi da una protesta dai connotati che non condivide. “Guardo i miei colleghi che scendono in piazza in maniera molto naive, senza rendersi conto che vengono cavalcati dalla peggiore politica”, osserva l’oste, che pure ribadisce tutta la sua amarezza per il trattamento riservato dallo Stato alla sua categoria e assicura di comprendere la rabbia dei colleghi.

“Il governo italiano sono 13 mesi che non mi dice come posso sopravvivere, lo Stato si disinteressa di me, dei miei soci, i miei lavoratori, della mia attività”, ribadisce Rodda, che già alcuni mesi fa aveva scritto una lunga lettera aperta per rappresentare tutta la delusione e la preoccupazione per il futuro della sua attività. “Sono assolutamente contrario al movimento ‘Ioapro’. Oggi pomeriggio ci sarà una manifestazione a Roma che non condivido, ma capisco che la gente possa perdere la testa e mi stupisco non sia successo prima”, riconosce dialogando in diretta Facebook con l’assessore al Turismo del Comune di Bologna, Matteo Lepore.

Con il procedere, non sempre lineare, della campagna vaccinale, si torna a parlare di riaperture graduali anche delle attività di ristorazione. “Ma devono essere complete” scandisce Rodda. “Se i protocolli di sicurezza funzionano, con i tavoli all’aperto, il distanziamento e tutte le misure di sicurezza, allora si può stare aperti non solo fino alle 18”, sostiene il ristoratore bolognese. “Noi siamo stati seri per 13 mesi, trovando le risorse noi per sopravvivere e per aiutare i nostri dipendenti. Bisogna riaprire quando si può. Ma si apre, lo si fa per lavorare, non sei minuti. Altrimenti è un insulto, altrimenti tutti quelli come me, che hanno rispettato le regole, non le rispetteranno più”, ammonisce.

LEPORE: “FACCIAMO FRONTE COMUNE CON I RISTORATORI”

Matteo Lepore schiera Palazzo D’Accursio a fianco dei ristoratori stremati da più di un anno di limitazioni e restrizioni. “Dobbiamo fare fronte comune e da Bologna, dove possiamo essere un Comune da combattimento, mettere il municipio accanto a chi sta lanciando grido” di dolore come quello del titolare dell’Osteria dell’Orsa, Fabio Rodda, con il quale Lepore questa mattina si è confrontato in una diretta Facebook. “Non è un modo per lisciare il pelo alla protesta”, mette le mani avanti l’assessore, in corsa per la candidatura a sindaco di Bologna per il centrosinistra. “Ci sono proposte in Parlamento che devono arrivare presto a una soluzione”, è il pressing di Lepore, che “più che ai ristori delle perdite”, pensa per esempio alla possibile di “ripagare le licenze” agli imprenditori che in questi anni si sono indebitati per aprire i locali.

“Ci sono imprenditori che hanno fatto investimenti e si sono indebitati: di fatto questi avviamenti si sono bruciati. Tu rischi di fallire e poi magari arriva qualcuno con una borsa di soldi che rileva la tua attività e la porta avanti con la stessa insegna ma con soldi che non si sa da dove vengono. Oltre al danno, la beffa. Per questo serve uno scudo sulle proprietà e sugli affitti. Perché è vero che c’è la libertà di mercato, ma questo non è capitalismo. Quando ci sono i proprietari delle piattaforme on line che aumentano i profitti e i negozi che chiudono, non è capitalismo”, scandisce Lepore. “Lo Stato deve difendere i soggetti più deboli. A Bologna, senza un nuovo decreto, rischiamo di perdere migliaia di partite Iva che chiuderanno per i debiti che hanno. Dobbiamo indignarci anche per loro”, conclude.

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