Regione Sardegna, politici in ristorante: indaga la procura

CAGLIARI – Qualcuno parla già di “Sardaragate”. Continua a montare in Sardegna la polemica sul “banchetto di Sardara”- Comune dell’isola famoso per le sue terme- organizzato mercoledì scorso, in piena zona arancione, e a pochi giorni del passaggio della regione in fascia rossa. Un pranzo all’interno di un hotel al quale avrebbero preso parte vari esponenti politici, dirigenti e funzionari regionali, come riporta L’Unione sarda, interrotto da un blitz della Guardia di finanza che è riuscita a identificare, tra il fuggi fuggi generale, 19 persone sulle circa 40 presenti. Al momento l’unico nome certo tra i partecipanti all’incontro risulta essere quello del capo del Corpo forestale sardo, Antonio Casula, che non ha negato di essere presente quel giorno nell’hotel, specificando che si trovava lì per motivi di lavoro. In queste ore è circolato anche il nome dell’assessora all’Agricoltura, Gabriela Murgia, che però ha seccamente smentito: “Non ero presente il giorno a Sardara in nessuna circostanza, impegnata peraltro in altre attività istituzionali- le parole dell’esponente della giunta-. Ovviamente certificabile. Che tristezza doversi giustificare pubblicamente”.

Sull’accaduto, si legge sempre nel quotidiano sardo, la Procura di Cagliari ha già aperto un’inchiesta, ma, in attesa della magistratura, le conseguenze politiche potrebbero essere immediate e devastanti per i vertici della politica isolana. Il governatore Christian Solinas, trapela da Villa Devoto, non ha nascosto la sua irritazione per quanto è successo e a breve potrebbe prendere provvedimenti. Nel frattempo sempre in maggioranza, immediate le prese di distanza di Lega e Fratelli d’Italia. “Ci dissociamo da tali atteggiamenti e ci teniamo a precisare che nessuno dei consiglieri appartenenti al nostro gruppo politico era presente al pranzo che tanto e giusto sdegno ha suscitato- le parole del capogruppo del Carroccio, Dario Giagoni-. A giudicare il comportamento saranno poi gli organi competenti, nei quali nutriamo massima fiducia”.

Dello steso tenore le dichiarazioni dei consiglieri di Fratelli d’Italia: “All’incontro di mercoledì scorso a Sardara non era presente nessun esponente di Fratelli d’Italia- si legge in una nota congiunta-. Il movimento diffida chiunque dall’affermare il contrario. Fdi ha sempre creduto all’etica dell’esempio e in un momento in cui si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, si limita la possibilità di lavorare a tante categorie produttive, è impensabile ritenere che uomini e donne del nostro movimento si riuniscano intorno a tavoli organizzati al di fuori dalle norme”. Rifiutando di entrare a far parte del Governo Draghi, “Fdi ha già dimostrato di tirarsi fuori dalle tavole imbandite. Siamo abituati a mettere la faccia in ogni nostra azione e battaglia, a rivendicare con orgoglio idee e scelte, anche se portate avanti in solitudine, per le quali siamo stati sempre pronti a pagare il conto senza scappare dalla finestra”.

All’attacco invece i rappresentanti delle forze di opposizione: “Si tratta di un fatto gravissimo- la presa di posizione dei consiglieri regionali del Pd- soprattutto perché, come ricostruito dagli organi di stampa, vede coinvolti anche dei rappresentanti delle istituzioni, coloro i quali avrebbero dovuto mantenere un comportamento esemplare e di massimo rigore nel rispetto delle misure anti-covid e nel rispetto di tutti i sardi che stanno subendo gli effetti delle restrizioni necessarie al contenimento della pandemia”. I cittadini, prosegue la nota, “devono poter credere nelle istituzioni, invece, anche a causa di questi deplorevoli atteggiamenti, rischiano di vedere vanificati i grandi sacrifici fatti nell’ultimo anno. Ci auguriamo che venga fatta piena chiarezza sulla vicenda e che gli organi competenti si attivino affinché i partecipanti al banchetto vengano individuati e sanzionati”.

Interviene sulla vicenda anche la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, esponente del M5s: “Le regole evidentemente valgono per tutti i comuni mortali, ma non per chi utilizza i propri incarichi per derogare dalle stesse regole che pretende di imporre agli altri, senza, per altro, rispettarle e farle rispettare lui stesso. Troverei questo comportamento odioso in un momento ‘normale’, ma lo trovo ancora più avvilente in una situazione come quella che stiamo vivendo”. Duro il commento dei consiglieri regionali dei Progressisti: “Presenteremo un’interrogazione e pretenderemo che già nella giornata di martedì in Consiglio venga chiarito ogni minimo dubbio su questa vicenda indecorosa. Non è accettabile nemmeno il solo pensare che le regole valgano solo per le persone normali che pagano le tasse e si attengono alle norme e che parallelamente possa esistere una casta di impuniti che può fare tutto quello che vuole”. Sulla vicenda interviene anche il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus: “Un’offesa gravissima ai lavoratori in affanno, alle imprese in crisi e a tutti i cittadini stremati dall’emergenza sanitaria, vissuta da tanti, troppi, in prima persona, con familiari e amici che hanno perso anche la vita a causa del covid. Chi era presente non può ora non dimettersi. E chi ha ruolo per farlo lo eserciti anzitutto per portare chi non lo facesse spontaneamente a lasciare gli incarichi ricoperti”.

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