Cna Firenze approva il passaporto, “ma solo quando tutti saranno vaccinati”

FIRENZE – “Apprezziamo l’impegno del sindaco Nardella per la ripartenza delle citta d’arte e ne condividiamo le proposte. Il passaporto vaccinale, per esempio, potrebbe essere utilissimo per sostenere l’economia della nostra città, ma solo quando tutti saranno vaccinati e non si creerà alcun discrimine tra chi ha avuto la possibilità, non la scelta, di vaccinarsi e chi no. Le discriminazioni, infatti, in campo economico si trasformano facilmente in concorrenza sleale”. Così Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana, commenta l’esito dell’incontro tra il primo cittadino, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, e il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. “Mi auguro- aggiunge- che per la stagione delle grandi fiere internazionali come Pitti, che non è solo grandi marchi, ma soprattutto la filiera artigianale che sta alle spalle delle grandi griffe, possiamo essere a buon punto”.

Il problema, adesso, “sta nella lentezza delle vaccinazioni. In attesa, però, potrebbero essere adottate modalità in vigore in altri Paesi. Per esempio, rendere disponibili, gratuitamente, in tutti i quartieri della città e in un numero sufficiente a non creare assembramenti, l’effettuazione di tamponi rapidi”, così da “consentire l’accesso ad attività adesso chiuse, come parrucchieri, estetisti, commercio di generi non di prima necessità, solo a coloro che hanno un test negativo al virus da non più di 48/72 ore a seconda del tipo di test effettuato”, antigenico o pcr, prosegue Cioni.

L’associazione di categoria, inoltre, promuove anche la proposta sul taglio degli affitti (e credito d’imposta) formulata dalla Camera di commercio e dall’Ordine dei commercialisti di Firenze. “Ridurre i costi fissi di gestione è imprescindibile, ma parimenti importante è che, in vista di una ripartenza che ci aspettiamo sì graduale, ma con date certe, venga messo in campo un sistema di sostegno economico-finanziario che guardi alla liquidità delle imprese”, prosegue Cioni.

“Fino ad ora il credito bancario è stato utilizzato per resistere, ma adesso occorre per ripartire: indispensabile che sia concesso con costi i più bassi possibile. Il rischio, in caso contrario, è quello di alimentare una crisi economica strutturale che metterà a rischio la stessa coesione sociale”, aggiunge.

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