Salvini vuol far tardi, papà Draghi lo fulmina: alle 22 a casa

ROMA – Il leader delle Lega minaccia ma il premier Draghi non gli dà retta. Salvini sventola la nuova bandiera e chiede di cambiare l’ora di inizio del coprifuoco: non le 22 ma dalle 23. “Io chiederei l’estensione dell’orario per uscire la sera e di riaprire alcune attività economiche: non sono richieste di Salvini ma di tutte le Regioni italiane, di qualsiasi colore politico. Mi auguro che già prima del Cdm si arrivi a una soluzione di buonsenso”. Il segretario della Lega dice di aver scritto a Draghi e ora spera “che vengano accolte queste richieste, perché votare qualcosa che va contro l’utilità comune e il buonsenso non mi va- attacca- non me l’ha prescritto il dottore di votare per forza qualcosa di cui non sono convinto”. Alle 17 si riunirà il Consiglio dei ministri per decidere ma, a quanto si apprende, la richiesta di Salvini non passerà, il coprifuoco rimarrà fissato dalle 22 alle 5. A quel punto si vedrà se i ministri della Lega seguiranno l’ordine di Salvini e voteranno no al decreto del loro Governo. Oppure si cercherà una soluzione di compromesso, si potrebbe permettere a chi è stato in un locale fino alle 22, scontrino alla mano in caso di controllo, di poter tornare a casa anche fuori l’orario fissato.

LEGGI ANCHE: Battaglia sul coprifuoco, Salvini minaccia di non votare il decreto. Fonti governo: “Spostamento improbabile”

Per quanto riguarda il M5S, prima forza politica in Parlamento, è ancora caos dopo il video di Beppe Grillo in difesa del figlio accusato di stupro pieno di urla contro i magistrati che hanno indagato e anche contro la ragazza vittima. Già ieri sera l’ex premier Giuseppe Conte, che proprio Grillo ha indicato quale nuovo leader del Movimento, ha preso le distanze schierandosi dalla parte della vittima e dei giudici. Oggi il suo braccio destro, il ministro Stefano Patuanelli, è stato ancora più netto: “Il video di Beppe Grillo umanamente mi ha fatto effetto, capisco le difficoltà, la preoccupazione e la sofferenza di Beppe padre, sono padre anche io. Ma capisco anche la condizione di chi si sente vittima, alcuni elementi del video era meglio evitarli e sono stati fuori luogo. Le vittime devono poter denunciare in qualsiasi momento, dopodiché la magistratura dovrà fare il suo corso”, ha sottolineato.

Non saranno ore facili, soprattutto perché domani scade l’ultimatum di Davide Casaleggio, padrone della piattaforma Rousseau, che pretende circa 500mila euro dal M5S altrimenti staccherà la spina e si passerà alle carte bollate. Nel Movimento si aspetta la prima mossa di Casaleggio per poi annunciare la nascita di una nuova piattaforma per la rinnovata forza politica a guida Conte. Non sarà affatto facile, perché anche Davide Casaleggio fa parte del gruppetto titolare del simbolo, e la storia insegna che quando scoppia la guerra sul simbolo alla fine tutti finiscono male. Meglio scaricare la bad company e mettersi in salvo prima che sia troppo tardi.

Per questo in molti stanno spingendo Conte a valutare la possibilità di tirarsi fuori dal pantano dei ricorsi e dei contro ricorsi e di fare da solo, mettendosi in prima fila e intestandosi il rilancio del Movimento forte del consenso popolare che ancora gli viene riconosciuto dai sondaggi. Una mossa che sarebbe ben vista dall’alleato Pd, che con il segretario Enrico Letta punta a creare un’alleanza politica con i ‘grillini’ in vista delle prossime elezioni amministrative e politiche. Se ne saprà di più il 29 aprile, nel corso del faccia a faccia organizzato dalla sinistra Pd di Goffredo Bettini tra Conte e Letta.

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