Covid, 14.761 i nuovi casi e 342 i decessi. Brusaferro: “Decrescita lenta ma progressiva”

di Chiara Organtini e Ugo Cataluddi

ROMA – Sono 14.761 i nuovi casi di Covid in Italia per 315.700 test, tra molecolari e antigenici, 342 i decessi. Il tasso di positività è al 4,7% dal 4,4% di 24 ore fa. Ieri i contagi erano stati 16.232 per 364.804 tamponi e 360 morti.

CALANO TERAPIE INTENSIVE E RICOVERI, -42 E -654

Sono 2.979 le terapie intensive per Covid in Italia: 153 i nuovi ingressi giornalieri, ma, considerando le persone dimesse, attualmente i ricoverati sono 42 in meno rispetto a ieri. Sono invece 21.440 i ricoverati con sintomi, 654 in meno nelle ultime 24 ore. 

BRUSAFERRO: “IN ALCUNE REGIONI CASI ANCORA IN CRESCITA”

“C’è una decrescita lenta ma progressiva nel nostro Paese, anche se la circolazione del virus in Europa è ancora significativa. Ci sono alcune Regioni con casi ancora in crescita”. Lo dice Silvio Brusaferro, presidente dell’istituto superiore di sanità e coordinatore del Cts, presentando i dati della cabina di regia sul monitoraggio dell’epidemia da Covid-19. “L’incidenza settimanale, a domenica scorsa, si attesta a 157 casi per 100mila abitanti, rispetto a 160 della settimana precedente. Sappiamo però che per garantire il tracciamento serve arrivare a 50 casi su 100mila abitanti”, precisa Brusaferro.

“L’età mediana dei casi sta cambiando, 43 per i contagi, mentre arriva a 67 per l’età mediana di coloro che vengono ricoverati, e questo conferma che la copertura vaccinale per gli over 80 sta funzionando. Il tasso di incidenza è ancora più evidente negli over 60 e soprattutto sopra i 70 anni. Il dato degli operatori sanitari si conferma sempre di più in decrescita: vaccinare questa popolazione protegge rispetto al numero dei nuovi casi. Anche questo è un elemento indiretto ma significativo, assieme alla popolazione delle Rsa. Rispetto alla stima dell’RT, Brusaferro sottolinea che continua a scendere “è a 0,81, ma in alcune Regioni il valore è ancora sopra 1. I ricoveri in area medica ed in terapia intensiva continuano a decrescere, anche se le terapie intensive sono ancora sopra il 30% e pertanto in sovraccarico, con conseguente dilazionamento degli interventi per altre patologie. La probabilità che a 30 giorni si possano superare queste soglie è ancora significativa in alcuni territori. Questo quadro ha portato la cabina di regia ad esprimersi con un quadro ancora piuttosto impegnativo del servizio sanitario, con un’incidenza che resta ancora elevata, lontana dall’obiettivo di 50 per 100mila che è di contenimento. Ridurre i casi e progredire con la vaccinazione restano le nostre migliori armi, oltre alle già note misure di distanziamento e igiene”, conclude Brusaferro.

REZZA: “NUMERI IN MIGLIORAMENTO, MA SIAMO ANCORA IN EPIDEMIA”

“Oggi ci sono 342 decessi e oltre 14.761 mila positivi a fronte di 315.700 tamponi, numeri stazionari che assomigliano a quelli di ieri. Siamo in una situazione che va migliorando ma siamo ancora nell’epidemia”, dichiara Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, commentando i dati giornalieri nella consueta conferenza stampa della cabina di regia. “Abbiamo una diminuzione dei posti letto occupati in area medica ma abbiamo ancora 153 ingressi in terapia intensiva – avverte Rezza – con un numero ancora elevato, troppo alto di decessi. Un miglioramento c’è, con una tendenza alla diminuzione dell’incidenza e anche dell’Rt ma sono due indicatori che stanno scendendo molto lentamente. Bisogna fare di più, soprattutto sui vaccini, nei prossimi due mesi, sia con le forniture sia con il numero delle somministrazioni. Dovremmo avere nel mese di maggio i risultati del trial di Curevac, il nuovo vaccino che dovrebbe arrivare a giugno”. Rezza invita quindi all’accelerazione sul fronte vaccini: “nel secondo trimestre dobbiamo quindi continuare lo sforzo sull’accelerazione nelle somministrazioni, è l’unico sistema che ci consente di andare avanti senza chiudere. Se vacciniamo 500mila persone al giorno riusciamo a tenere a bada il virus”. 

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