Ciad, spari e lacrimogeni al corteo contro i militari e Mahamat Déby

ROMA – Lacrimogeni e spari oggi a N’Djamena, dove giovani sono scesi in strada per protestare contro la presa del potere da parte del Consiglio militare: lo riferiscono fonti dell’agenzia Dire nella capitale del Ciad, confermando l’intervento di unità anti-sommossa, in particolare nei quartieri sud e anche all’interno di una chiesa.

Secondo queste testimonianze, il corteo è stato convocato dalla Coordination des actions citoyennes anche per contestare un’ingerenza della Francia negli sviluppi seguiti alla morte del presidente Idriss Deby Itno, alleato di Parigi nel Sahel al potere per oltre 30 anni.

“Da più punti si alza in cielo fumo” riferiscono le fonti della Dire. “I giovani aderiscono al movimento Wakit Tama, un’espressione che significa ‘il tempo è arrivato: con i loro fischetti contestano il potere militare e chiedono che al potere vada una nuova classe politica”. A fronteggiarli, secondo le informazioni raccolte dalla Dire, ci sono gli agenti antisommossa: avrebbero esploso lacrimogeni e anche colpi di arma da fuoco, in particolare dopo un tentativo di assalto a una pompa di benzina di proprietà della multinazionale francese Total.

I disordini sono in corso in alcuni quartieri sud della capitale. In un’altra zona, Moursal, gli agenti avrebbero invece fatto irruzione in una chiesa gesuita costringendo i fedeli a ritornare alle loro case. “Nei quartieri nord a maggioranza musulmana non sono segnalati cortei” aggiungono le fonti. “Le iniziative di protesta si stanno concentrando nei quartieri meridionali, dove gli equilibri comunitari e religiosi sono differenti, con una presenza più significativa animista e cristiana”.

Secondo il portale di informazione Tchad Info, in scontri tra manifestanti e agenti è rimasto ferito da un proiettile l’artista Ray’s Kim. Di almeno un morto riferiscono fonti concordanti a Moundou, la principale città del sud del Ciad: a perdere la vita è stato un manifestante di 20 anni.

Dopo la morte del presidente, una settimana fa, alla guida dello Stato è stato nominato uno dei suoi figli, Mahamat Deby, un generale di 37 anni. Un nuovo passo nel tentativo di consolidare la transizione è stato compiuto ieri, con la scelta come primo ministro di Albert Pahimi Padacke’. Il dirigente era già stato alla guida del governo tra il 2016 e il 2018 prima di passare all’opposizione, tenendosi però sempre distante dalle accuse di autoritarismo e corruzione rivolte a Idriss Deby da alcuni settori sociali e politici. Secondo le fonti della Dire, “Padacke’ era un alleato del partito al potere e oggi i veri oppositori non lo accettano, convinti che faccia il gioco dei militari”.

LEGGI ANCHE: Caos in Ciad dopo la morte del presidente Déby, i ribelli: “Vogliamo la democrazia”
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Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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