ROMA – “Le condizioni su Sea-Watch 4 sono difficili, fa freddo, tira vento e le onde alte bagnano i naufraghi. Però c’è solidarietà a bordo e ci si aiuta l’un l’altro. Essere scampati alla morte in mare e alla cattura dei libici dà forza e speranza. Speriamo di poter sbarcare presto”. Così scrivono in un tweet i responsabili della nave di ricerca e soccorso, che sabato faceva sapere sempre su Twitter: “Sesto salvataggio della Sea-Watch 4 in 72 ore. Abbiamo soccorso 51 persone su una barca di legno con doppio ponte. Dopo i due salvataggi delle ultime ore, a bordo della Sea-Watch 4 ci sono 455 persone che hanno bisogno e diritto di sbarcare il prima possibile in un porto sicuro”.
Ieri, il portavoce della nave ha lanciato un appello in un video: “Abbiamo oltre 450 persone a bordo. Persone a cui l’Europa non lascia altra via di fuga che rischiare la vita nel Mediterraneo”. Quindi ha aggiunto: “Non stiamo chiedendo un favore, i diritti umani non sono un favore né un atto di carità. Le persone a bordo della nostra nave hanno dei diritti e devono essere rispettati. Hanno bisogno di un porto sicuro, e ne hanno bisogno ora”.
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