ROMA – “Sono dieci giorni che non dormo, io e la mia famiglia abbiamo paura. Stanotte ho temuto di morire, ero terrorizzata: di continuo si sentono esplosioni e grida. Non faccio che pregare Dio affinchè protegga me, la mia famiglia e i miei amici. Oltre che da cielo e da terra, ora l’esercito israeliano ci bombarda anche dal mare”. Così all’agenzia Dire Fatima, una giovane di 21 anni residente a Gaza City.
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Fatima ha aggiunto: “Di giorno siamo costretti a restare in casa, perchĂ© se usciamo potremmo essere ritenuti obiettivi e colpiti. Circolare in auto è ancora piĂą pericoloso”. Ieri verso l’ora di pranzo, ha riferito Fatima, “è stato colpito un edificio non lontano da casa mia dove viveva un uomo disabile costretto su una sedia a rotelle. Il missile ha centrato la casa e ha ucciso tutta la famiglia”.
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La storia raccontata da Fatima è stata confermata anche da media locali e dalla testata Al jazeera, che ha fornito maggiori dettagli: Eyad Salha, di 33 anni, e sua moglie Amani, in attesa del secondo figlio, si erano appena messi a tavola con la figlia Nagham, di tre anni, quando il missile ha distrutto le tre stanze del loro appartamento. Alla stampa internazionale Omar Salha, fratello dell’uomo, ha detto: “Mio fratello era in sedia a rotelle da 14 anni, non poteva neanche lavorare. Non era un miliziano. PerchĂ© ucciderlo? E cosa avevano fatto di male sua moglie e i suoi figli?”.
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