Bologna vista dal taxi è “solidale” ma “brontolona”: a #MandaloaDiRE Carboni e RedSox

Montaggio video di Davide Landi

BOLOGNA – La città descritta in tre parole e altre tre per indicare come dovrebbe essere o come la si vorrebbe, una cosa da salvare e una da cambiare nei prossimi cinque anni. Infine, una proposta per rilanciare la città dopo il Covid e, immancabilmente, il pronostico su chi sarà il prossimo sindaco di Bologna. Cinque domande in tutto: cinque domande per “#mandaloaDiRE”, la rubrica-format che l’Agenzia Dire avvia in vista del voto nel capoluogo dell’Emilia-Romagna.

Gli ospiti dell’ottavo appuntamento sono Riccardo Carboni, presidente Cotabo, e il tassista Roberto ‘RedSox’ Mantovani.

CARBONI: “IL SINDACO IDEALE? SENZA SMANIA DI COPIARE”

Di Mirko Billi

Ci vuole un sindaco ‘alla mano’, vicino, in grado di rimettere in piedi l’economia della città ripartendo da quanto di buono Bologna fa e rappresenta, a partire dal rilancio del turismo e della sua tradizione solidale. Un sindaco da “pacche sulle spalle” ai suoi concittadini, ma senza ansie da prestazione rispetto ad altre città: una guida che sappia infondere un “ritmo corretto anche nella pianificazione”. È questo l’identikit del prossimo sindaco (o sindaca) tracciato da Riccardo Carboni, presidente Cotabo, che si è prestato alle domande di #MandaloaDiRE. Il prossimo primo cittadino, quello che verrà eletto dopo l’estate, “deve essere un sindaco vicino alle persone, perché c’è molto bisogno di rassicurazioni e di pacche sulle spalle. La gente ha bisogno di sentire la politica vicina”, dice Carboni.

“Deve avere una buona capacità relazionale nei confronti delle associazioni e di chi porta valore al territorio, solamente insieme si può venir fuori da una sfida di questo tipo, e Bologna va un po’ ricostruita dal punto di vista economico e il cambiamento va accompagnato. La nostra città cambierà sicuramente, si va verso le smart city un po’ ovunque ma non deve perdere la vocazione e la caratteristica che ha sempre avuto, una città medievale, una sorta di museo a cielo aperto. Quindi avanti con attenzione, tenendo sempre presente da dove partiamo”. Non a caso per il numero uno dei tassisti cittadini la Bologna di oggi è anzitutto “resiliente, solidale e civile”. Perché “è questo che la città è stata in grado di esprimere in questa fase di pandemia”.

Un dna, quello di Bologna, che secondo Carboni non va assolutamente disperso, tanto che immagina nell’immediato futuro una città ancora solidale, ma anche attrattiva (“stava dimostrando di esserlo prima della pandemia col turismo, esperienza che va assolutamente ripetuta”), e inclusiva “perché è questa una delle caratteristiche che hanno fatto grande il nostro territorio”. “Da salvare a tutti i costi? C’è sicuramente il tessuto del territorio, che in questo momento ha permesso di reggere l’urto della crisi meglio che in altre zone, la capacità di aiutarsi l’uno con l’altro non è da sottovalutare. Quello che è emerso poi dalle fondazioni locali per aiutare i più deboli- sottolinea il presidente Cotabo- è qualcosa di valore assoluto, quello va assolutamente salvato. Quello che invece butterei via- aggiunge- è il tentativo di scimmiottare quello che viene fatto altrove. Molto spesso si pensa che l’erba del vicino sia più verde ma di fatto non è così. Altrove la situazione è stata gestita peggio e credo vada valorizzato quanto di buono è stato fatto”.

Dunque, la ricetta di Carboni è “ripartire da quanto di buono fatto prima della pandemia. Tutta l’attività sul turismo, sulle fiere, porta valore al territorio”. Poi “credo che bisognerebbe recuperare i ritmi bolognesi, ho l’impressione che si cerchi di far tutto di corsa. Bologna ha le sue caratteristiche, ha un centro di valore assoluto, anche negli interventi strutturali credo ci voglia il giusto tempo per attuarli, non è possibile recuperare vent’anni in cui magari non sono stati possibili interventi strutturali pesanti. Perché verrebbero pagati dalla popolazione nel medio termine e i cittadini sono già sufficientemente stressati da quello che è avvenuto”.

‘REDSOX’ DECISO: “LEPORE ALLA GUIDA E T-DAYS PIÙ ESTESI”

Di Maurizio Papa

Mentre guida il suo taxi per le strade di Bologna, Roberto ‘RedSox’ Mantovani ha le idee chiare sulle amministrative: Matteo Lepore sindaco e T-Days più estesi, anche se magari un po’ meno rigidi. Sono due delle risposte con cui Mantovani partecipa alla rubrica “#mandaloaDiRE”, per prima cosa dipingendo così la città di oggi: “Sicuramente inclusiva, solidale e bella. Bella, bella da morire, non c’è niente da fare: Bologna è stupenda”.

E la città che Mantovani vorrebbe? “Mi devo ripetere su inclusiva e solidale, perché è la caratteristica principale di Bologna e voglio che rimanga così. E poi la vorrei orgogliosa, più orgogliosa di essere Bologna, perché dobbiamo renderci conto che viviamo in un bellissimo posto”. Sarebbe il caso di “smetterla di brontolare in continuazione perché qui si vive bene. Si può vivere meglio, ma qui si vive bene”, sottolinea il tassista, molto attivo e seguito su Twitter, premiato dal sindaco Virginio Merola per la decisione di lavorare gratis durante il lockdown così da aiutare le persone in difficoltà. Una cosa positiva da salvare? “Sicuramente la bellezza dei T-Days, questo grande successo. Vado un po’ controcorrente rispetto ad altri autisti che sono un po’ contrari”, dice ‘RedSox’, ma “i T-Days hanno arricchito e abbellito la città, te la fanno vivere in maniera più rilassata e quindi li apprezzo. Anzi li allargherei un pelo e cambierei, farei più delle zone semipedonalizzate, per camminare tranquillamente anche con qualche taxi che possa circolare piano piano”.

Se poi gli si chiede di fare una proposta per rilanciare la città dopo la crisi generata dalla pandemia, Mantovani risponde così: “Puntare tutto sul turismo, perché ci ha portato ricchezza, non solo economica, ma ricchezza qui”, afferma il tassista indicandosi la testa. “Dobbiamo fare tutto per incentivare il ritorno del turismo. Di un buon turismo”, precisa Mantovani, “perché fino al 2019 avevamo un ottimo turismo, non quello abbastanza negativo tipico fiorentino o veneziano. Qui avevamo un ottimo turismo e dobbiamo riprendercelo”.

E per finire, la domanda sul primo cittadino del futuro. “Il sindaco che vorrei è sicuramente Matteo Lepore”, dice chiaro e tondo Mantovani. “Lo stimo e lo apprezzo da tanti anni, vorrei proprio lui: una persona preparata, adatta a noi, è un buon bolognese per noi e un buon sindaco per tutti”. Chiaramente “il sindaco è di tutti e lui è la persona sicuramente adatta per la città”, conclude ‘RedSox’.

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